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GUIDA ALL’IMMAGINE
Composizione e regola dei terzi
C’è una ragione per cui questa regoletta, che pare insignificante, susciti
tante discussioni nel mondo della fotografia? Per capirlo basta pensare al
dibattito tra sostenitori e contrari all’importanza di mantenere le propor-
zioni del formato del sensore o della pellicola. Questa vasta zona vuota si contrappone a
Uscendo dalle logiche partigiane, diciamo che alla base dell’evoluzione quella a destra che contiene il soggetto,
del linguaggio fotografico c’è la sperimentazione; le regole sono pertanto in una composizione decentrata:
importanti, ma è altrettanto importante saperle superare in modo consa- l’equilibrio della composizione nasce
pevole. dalla direzione dello sguardo del
In breve, la Regola dei Terzi suggerisce di valutare il peso degli elementi mendicante e del bambino in braccio,
all’interno del fotogramma al fine di collocarli in modo equilibrato, evitan- rivolto verso la zona vuota. È un esempio
do che il soggetto principale sia in posizione centrale (che richiede una di applicazione della regola dei terzi.
grande cura della simmetria) o ai margini estremi del fotogramma.
Disporre il soggetto in corrispondenza di uno degli incroci delle linee che
suddividono il fotogramma in nove riquadri fa sì che il suo “peso” nella
composizione sia bilanciato dall’area vuota accanto. Un esempio? Prende-
te un cucchiaio e mettetelo in equilibrio sul dito: il manico sporgerà rispet-
to alla parte concava.
Questa regola è utile, ma in fondo non fa che codificare quello che già
percepiamo naturalmente in termini di pesi degli elementi nell’immagine
quando istintivamente poniamo il soggetto nell’inquadratura là dove ci
sembra che “stia bene”! La posizione degli elementi nell’inquadratura non
è un vezzo, guida la lettura dell’immagine e trasmette o meno una sensa-
zione di dinamismo.
La posizione del soggetto condiziona anche l’esposizione e la messa a fuo-
co. Quando è decentrato, per metterlo a fuoco dovrete spostarvi sopra nel
mirino il punto AF, memorizzare il fuoco e ricomporre l’inquadratura prima
di scattare. Oppure potete sfruttare l’iperfocale che consente di avere tutto
a fuoco.
In genere i fotografi di vecchia scuola prediligono mettere il fuoco sul sog-
getto ai bordi per poi ricomporre l’inquadratura, mentre quelli di epoca
“mirrorless” spostano compulsivamente il punto AF laddove serva.
E l’esposizione? La soluzione ideale è scattare in Manuale, che risolve ogni
problema in quanto la posizione del soggetto non provocherà sovra o
sotto-esposizioni. Occorre però calcolare l’esposizione prima di comporre
la scena.
Usando al contrario una Priorità o il Program, occorre prestare attenzione
alla modalità esposimetrica scelta, soprattutto se spot, o spot allargato;
con la modalità a zone, o a matrice, il problema non si pone dato che l’e-
sposimetro tiene conto del fotogramma nel suo complesso.
Certo, in questo modo lasciate la scelta alla fotocamera che non può cono-
scere le vostre intenzioni e non garantisce costanza di esposizione tra uno
scatto e l’altro, ma l’esposizione sarà comunque accettabile. L’alternativa è
usare l’esposizione manuale. Questa diagonale divide il fotogramma
In definitiva, decentrate senza remore il soggetto, ma tenete sotto con- sia in termini di zone piene e vuote,
trollo tutti gli aspetti della ripresa e non dimenticate che un racconto per sia dal punto di vista cromatico.
immagini vive della loro sequenza, a differenza di uno scatto singolo, come È una linea immaginaria
accade in genere nella Street. che merita sempre attenzione,
anche se in genere è solo suggerita.
14 l SERIE ORO PROGRESSO FOTOGRAFICO