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EDITORIALE
Un fuoriclasse orgoglioso di essere italiano
u Vittorio Testa u
Riccardo Muti con la sua Accademia dell'opera in prima linea per valorizzare il vero Verdi uPAG. 23
C'è qualcosa di mera- vigliosamente obso-
leto che accende la speranza di un futuro miglio- re, se un artista di fama mon-
diale, a settantasei anni, satol- lo di applausi e ricchezza, an- ziché dedicarsi a se stesso in una comoda e ben remunerata attività direttoriale da Chicago a Salisburgo a Parigi a Vienna, parla della necessità di colti- vare e assolvere il dovere, l’ ob- bligo etico e morale di difen- dere e valorizzare il patrimo- nio culturale del proprio pae- se. Orgoglioso d’essere italia- no, Riccardo Muti ha intensi- ficato l’impegno per rendere giustizia a uno dei più grandi italiani: Giuseppe Verdi. Una sfida non recente, quella lan- ciata da Muti già negli anni della direzione scaligera e ora rinnovata con una dedizione quasi maniacale con l’istitu- zione dell’Accademia dell’ope- ra italiana (Italian opera Aca- demy): un cantiere artistico nel quale riscoprire il gusto di studiare e poi di eseguire con assoluta fedeltà le opere ver- diane. Dapprima «Falstaff», poi «Traviata» e ora «Aida». Ore e ore impiegate nello stu- dio minuzioso delle partiture,
obiettivo l’insegnamento fon- damentale: la fedeltà al testo nel rispetto delle indicazioni del compositore, quel Giusep- pe Verdi che Muti considera un gigante della cultura e del- l’arte italiana al pari di Dante e Michelangelo.
Come non trovare ammirevole questa dedizione ai valori più alti del proprio paese, questo dichiarato orgoglio d’essere italiano, soprattutto in questi giorni di smarrimento? Come non provare riconoscenza per un magistero artistico e civile così alto?
Nel 2013 si parlò molto dell’i- potesi che Muti potesse essere nominato senatore a vita. Il presidente Napolitano scelse, per rispetto d’anzianità, si dis- se, l’altro grande direttore, Claudio Abbado, purtroppo scomparso l’anno dopo. Il nuovo presidente della Repub- blica, Sergio Mattarella non ha ancora nominato alcun sena- tore a vita. Il requisito è quello d’aver illustrato la Patria con la propria attività sociale, cul- turale, artistica. Ma non è for- se l’identik di un certo Riccar- do Muti? u vittorio.testa@comesermail.it
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Vittoria 1-0 a Novara
colpiscono due trave
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assoluta fedeltà le opere ver- turale, artistica. Ma non è for- nel giardino della sua villa. Ha contro un'auto diane. Dapprima «Falstaff», se l’identik di un certo Riccar- subito chiamato i carabinieri che Patente ritirata poi «Traviata» e ora «Aida». do Muti? u l'hanno fermato e denunciato.
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Per carità, ci son cose più importanti a cui pensare. vuoi fare? Via Verdi era il corridoio tra la porta (la E in fondo un po' di pipì non ha mai ucciso stazione)eilsalottodellacittà(laPilotta).Adesso
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alcuno riprendere i maleducati dalla vescica un cittadino deve litigare con chi confonde le porte debole. Ma la risposta è il dileggio (sempre) e la
cosa parliamo? Allora non abitate dalle parti di pisciare», risponde chi viene importunato nel- via Verdi (e della stazione) dove i residenti al l'adempimento di un proprio fondamentale di- bisticcio con gli urinatori compulsivi sono ormai ritto. Per allontanare i gatti dalle porte una volta
anche da questo: da quante volte in una giornata prova a
mdelle casie altrui cton i vespasianmi. Non sapete dpi larvatia minacacia (a volte)C. «Cosa vuoi? Io delvo
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tzeo. pur smaltire i liquidi in eccesso. E i portoni delle di plastica . Urinare per strada è un atto contrario case sono il posto giusto per liberarsi. O meglio: alla pubblica decenza: e la sanzione parte da 5000 perfetto per chi evacua, un po' meno per gli sven- euro. Ma nessuno lo contesta, Parma ha problemi turati che devono sorbirsi prima lo svuotamento e più seri. E quindi chi abita da queste parti si poi l'afrore da albergo diurno. E queste due cose rassegni. I tempi, si sa, cambiano: e pensare che il
messe insieme un po' schifo lo fanno. Ma che ci profumo di Parma, un tempo, era la violetta. u numerosi furt
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