Page 68 - Demo
P. 68
1409_gdp_Par_14092017_1.pdf - Parma - Stampato da: mauro - 14/09/2017 12.38.48
Data 14 settembre 2017 Pagina cover
Foglio 1 di 4
RITORNO A SCUOLA
Cellulari in classe Le opinioni
dei nostri presidi Varoli PAG. 13
VIGILI DEL FUOCO
Lomoro lascia il comando, arriva Giordano Pozzati PAG. 15
PARMAGIORNOENOTTE
Musica, maestro Tutti i concerti
d'autunno
Inserto
CON LA
DAL FORNO
CON
AMORE
GRIBAUDO
A 10
EDITORIALE
Automobile elettrica, il futuro è già qui
u Aldo Tagliaferro u
Qualcosa sta cambiando cambiano drammaticamente.
nel mondo. E più rapi-
damente di quanto cre- diamo. Dal Salone dell'auto di
Francoforte (che si apre oggi do- po due giorni dedicati agli ad- detti ai lavori) arriva un segnale forte e chiaro: il futuro dell'auto sarà inequivocabilmente elettri- co. Non oggi, non domani, ma il 2030 - l'anno da molti visto come spartiacque - è dietro l'angolo in termini industriali.
Lo promettono i colossi tedeschi, non nicchie come Tesla: Volkswa- gendaquia8anniavrà50mo- delli elettrici e punta a 3 milioni di vetture a batterie all'anno per il 2030, Bmw elettrifica la Mini e ha pronta una berlina zero emissioni da 600 km di autonomia, Merce- des addirittura già nel 2020 tra- sformerà il brand Smart in puro elettrico. Parliamo di milioni di veicoli e soprattutto di un indotto gigantesco che coinvolge mecca- nica, elettronica, componentisti- ca ed energia, praticamente il cuore pulsante dell'economia. Per questo il cambiamento è epocale. Le ragioni di una sterzata annun- ciata da anni ma sempre riman- data forse perché i combustibili fossili sono tutt'altro che agli sgoccioli (peseranno non meno del 30% ancora nel 2040) sono di- verse oltre all'ovvia lotta alla glo- bal pollution. In primo luogo l'in- dustria tedesca - sotto accusa per il presunto “cartello” su strategie e tecnologie - ha bisogno di fis- sare nuovi target e ripulire l'im- magine, già infangata dal Diesel- gate, che peraltro resta un caso aperto. Ma ben più importante è un altro fattore: la Cina ha ap- pena annunciato che bandirà l'u- tilizzo dei motori a scoppio (sia diesel che benzina) in un futuro per ora imprecisato ma evidente- mente non troppo lontano. Lon- dra e Parigi avevano già sancito la fine prossima di diesel e benzina per il 2040, ma se ora il primo mercato mondiale prospetta un futuro elettrico allora le cose
La Cina produce 28 milioni di vei- coli, un terzo di quelli mondiali, e brucia circa la metà del carbone sul pianeta (+4% le emissioni nei primi sei mesi dell'anno): ha bi- sogno di fermare l'inquinamento prima che sia troppo tardi, e non importa se già detiene il primato delle elettriche, la bellezza di 507mila nel 2016. Per noi l'effetto collaterale non è trascurabile: la corsa al Dragone pulito rischia un altro travaso di know-how tecno- logico dal mondo occidentale a quello cinese, ma tutto sommato questa è un'altra storia.
E' chiaro che in uno scenario nel quale Donald Trump resta insen- sibile agli accordi per la riduzio- ne delle emissioni (per le quali la mobilità è responsabile solo in minima parte rispetto all'indu- stria, al trasporto su nave, ai si- stemi di riscaldamento...) l'auto elettrica da sola può fare poco in termini di qualità dell'aria anche perché deve vincere la sfida della produzione di energia car- bon-free. Però può cambiare molte cose a livello industriale ed economico in quanto la mobilità del futuro ha bisogno di un'azio- ne sinergica fra tre attori: la po- litica, la ricerca industriale e la produzione di energia. Il rischio per l'Italia è di essere molto in- dietro su tutti e tre i fronti: il pragmatismo sornione di Mar- chionne ha lasciato alla finestra Fca (assente a Francoforte...) in attesa forse di un consolidamen- to del settore prima di investire nell'elettrico, mentre le nostre in- frastrutture sono deficitarie per- ché in Parlamento ci si accapiglia su altre questioni. Ma quando fra vent'anni tedeschi, olandesi o norvegesi cercheranno una meta per le vacanze con l'auto elettrica andranno dove ci saranno colon- nine e parcheggi per accoglierli. Con buona pace per la nostra ve- ra ricchezza: il turismo. u atagliaferro@gazzettadiparma.net
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L'INTERVISTA
«Perché io amo Verdi, Busseto e Parma»
Riccardo Muti
si racconta dopo l'Aida a Ravenna. VITTORIO TESTA uPAG. 38
GIOVEDÌ
14 SETTEMBRE 2017
QUOTIDIANO D'INFORMAZIONE FONDATO NEL 1735
DIREZIONE-REDAZIONE-AMMINISTRAZIONE-TIPOGRAFIA: Via Mantova, 68 - 43122 Parma, - Tel. 0521/2251 - Fax 0521/225522 - e-mail segreteria@gazzettadiparma.net ABBONAMENTI (per l'Italia) 359 copie Euro 343,00; 180 copie: Euro 202,00; 90 copie: Euro 102,00 - Prezzo di una copia arretrata: Euro 3,00 - Poste Italiane Sped. in A.P. . - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1 c1, DCB Parma - Gazzetta Card: 359 copie Euro 298,00; 180 copie Euro 173,00. Con MiniCard Small 15 copie Euro 20,00; con MiniCard Large 40 copie Euro 50,00; con MiniCard XL 58 copie Euro 70,00
ANNO 282 N. 253
Da oggi
EURO 1,50
con «L'Orsaro - Rivista del Cai» e 6,50
con «Pubblicità!» e 19,50
con «Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano» e 10
www.gazzettadiparma.it
y(7HB5J0*QOTKLQ( +/!"!}!#![
SICUREZZA E INFRASTRUTTURE L'INCIDENTE IERI POMERIGGIO SU VIA MANTOVA Schiacciata da un tir sulle strisce
Sorbolo Levante, muore 82enne. Caos viabilità in tutta la Bassa per il ponte chiuso Traffico in tilt e disagi. I commercianti: «Incassi colati a picco, siamo rovinati»
BRESCELLO
II Schiacciata da un tir mentre at- traversava la strada sulle strisce pedonali. Inutili i soccorsi per Francesca Bonfiglio, 82 anni, tra- volta ieri intorno alle 14 in via Mantova, a Sorbolo Levante, fra- zione di Brescello.
La pensionata è stata sbalzata violentemente sull'asfalto ed è de- ceduta durante il trasporto all'o- spedale di Guastalla. Anche ieri il traffico è stato molto congestio- nato. La chiusura del ponte sul Po tra Colorno e Casalmaggiore ha ri- percussioni sulla viabilità di tutta la Bassa, perché auto e camion uti- lizzano come percorso alternativo il ponte di Viadana e attraversano i centri abitati. L'incidente ha riac- ceso le proteste degli abitanti dei paesi coinvolti nella chiusura del ponte. I commercianti: «Incassi colati a picco, siamo rovinati». Calestani uPAG.6-7
FELINO LA DONNA HA SPORTO DENUNCIA «Minacciata e insultata perché ospito i profughi»
MANIFESTAZIONI
E GLI ANTIFASCISTI IN VIA TRENTO
Fiaccolata di CasaPound Cinquecento in corteo
FELINO
II «Mi hanno aspettato in una cinquantina, circondata, insul- tata e minacciata di morte». È il racconto che fa alla Gazzetta la donna che a San Michele Tiorre ha deciso di concedere una vil- letta a una cooperativa per ac- cogliere profughi. Proprio quella sarebbe la sua «colpa», secondo alcuni abitanti della zona. La donna ha sporto denuncia ai ca- rabinieri. Bandini uPAG. 17
In corsivo
QUARTIERE SPIP
Il trattore come ariete contro
la ditta di profumi Dallapina PAG. 11
II In 500 alla manifestazione sul- la sicurezza organizzata da Ca- saPound. Slogan, discorsi, fiac- cole, gran dispiegamento di for- ze dell'ordine, mentre il corteo, partito dalla stazione, attraver- sava via Garibaldi fino a via Bo- doni per poi far ritorno in piaz- zale Dalla Chiesa. Tutto è filato liscio, nessun incidente. Poco prima, da via Trento, era partita la manifestazione degli antifa- scisti: circa un centinaio, con slo- gan contro il razzismo. uPAG. 8
ANCHE IN VIALE DEI MILLE
Droga: sequestro in zona stazione e San Leonardo Frugoni PAG. 9
A scuola d'eleganza
Filiberto Molossi
Che sia chiaro da subito: io sto con Sabina. Qualcuno (con qualche primavera alle spalle) ancora se lo ricorda, qualcun altro avrà visto le foto: ma anni fa i ragazzi a scuola andavano in giacca. E per il compito di latino si mettevano pure la cravatta. E Ie liceali? Pettinatura sem- pre in ordine e gonna sotto al ginocchio. Già, preistoria. Tranquilli: nessuno pretende di tor- nare indietro. Però, ciò nonostante, non posso non schierarmi con Sabina: la preside del- l’istituto tecnico «Leonardo da Vinci-Belluzzi» di Rimini. La stessa che sostiene, vivivaddio, che «a scuola non si può venire vestiti come capita». Dalle parole la dirigente scolastica è passata ai fatti: e ha vietato pantaloni corti, jeans con i buchi, magliette stracciate, canotte, cappellini, ciabatte e infradito. Chi non si ade-
gua - e continua ad andare vestito come fosse in spiaggia - rischia una nota. La condotta, in- somma, passa anche per l'«eleganza». Apriti cielo: genitori su tutte le furie, studenti che invocano scioperi contro la «preside-sceriffo», polemiche. Il dress code tra i banchi viene mal digerito dai più. Ma la preside resta ferma nella sue convinzioni: «Ci vuole un minimo di de- coro». Vuoi darle torto? Certo, lo so: l'espres- sione della propria personalità passa anche da una t-shirt a brandelli: ma la dovete mettere proprio a scuola? Sarebbe come andare a fare la spesa in pigiama o al cinema indossando la tuta da palombaro. Per carità: non è vietato. Ma ci vuole un po' di rispetto: se non per chi abbiamo davanti o a fianco almeno per noi stessi. u fmolossi@gazzettadiparma.net