Page 2 - EUREKA
P. 2

Odio

            Quella notte mi era venuta voglia di cambiare un po’, di dirigermi al teatro
            locale e assistere allo spettacolo serale, non conoscevo il titolo della
            rappresentazione e tanto meno mi importava, tanto bastava andare a visionare
            la locandina.
            Quel teatro aveva un pubblico piuttosto limitato, i cittadini lo ritenevano
            bizzarro ed inquietante, soprattutto per gli attori protagonisti che prediligevano
            proprio quel teatro, come se volessero restringere le loro esibizioni a quei pochi
            coraggiosi.
            La locandiera era una donna dalla voce rauca e vissuta, avevo instaurato con
            lei una sorta di legame odio-amore; odio perché esigo sempre il medesimo
            posto della solita fila.
            Amore perché gran parte delle volte ero l’unica anima sventurata che decideva
            di accingersi a pagare il biglietto.
            <Ah, riecco l’uomo più esigente di tutta la città!>
            <Grazie per il solito complimento, non ha tardato neanche di un secondo. Ora,
            tornando a noi, mi può porgere un biglietto per lo spettacolo di questa sera
            milady?>
            <Certamente messere lagnoso, ecco qua e buono spettacolo>
            Lanciandole la solita occhiata divertita e allo stesso tempo quasi indispettita
            oltrepasso la grande tenda rossa che separa l’ingresso dalle tribune, individuo il
            mio amato posto abituale, lontano dal palco di tre file e non perfettamente al
            centro.
            Su ogni sedile vi è posto un foglietto con il titolo della rappresentazione, la
            vecchia locandiera non tralascia mai nessun dettaglio, devo proprio
            ammetterlo.

            Stasera potrete ammirare l’esibizione di un ospite unico nel suo
            genere. Egli vi presenterà la
            storia di come è nato il suo lavoro e di come ha iniziato ad amare
            l’essere umano.


            Dopo pochi attimi di attesa, notai subito le luci spegnersi lentamente; adoro
            quel momento di transizione, dal niente fino all’inizio dello spettacolo!
            Da un altoparlante si udì una voce sicura e piuttosto penetrante che riecheggiò
            per qualche secondo in tutto l’edificio.
            <Ma buona sera cari o meglio dire caro spettatore solitario; anche se ti
            sembrerà alquanto bislacco il mio modo di recitare io lo trovo,
            abbastanza, come si può definire? Ah, ecco, Innovativo. A me piace
            dialogare con il mio pubblico e stasera faremo una chiacchierata a tu per
            tu.>
            Curioso, beh non mi tirò di certo indietro mio caro attore nascosto nel buio.
            E io, che credevo di trascorrere una serata alquanto noiosa e monotona, una
            cosa era certa: mi sbagliavo.
            Lo scricchiolio del legno del palco mi fece trasalire leggermente, il nostro
            protagonista, lo intravedo, si sta avvicinando a passo moderato, sarà la sua
            tecnica per diffondere angoscia tra il pubblico?
            <Oh mio Dio>
            Una figura, umana dall’aspetto, era totalmente illuminata dalla luce fioca di un
            faretto…
   1   2   3   4   5   6   7