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che no; e mi sarei trovato più volte imba
razzato in errori di stampa, che il senso
affatto scambiavano, se non avessi avuto
per cui giovarmi della versione latina (”),
essendo altronde inverisimile, o per lo
manco assai difficile, che i due testi si
combinassero negli stessi abbagli appuntino.
Il che avverto, essendo essa pure inesat
tissima e veramente sibillina, come disse il
P. Soave, tal traduzione ; mentre la sola,
oltre l' opera di Villers, onde potesse il
più degli italiani avere contezza bastevole
delle nuove dottrine. E l'inesattezza dipende
specialmente da una si direbbe smania di
piuttosto parafrasare che tradurre il testo:
con che può bensì rendersi meno arida e
stucchevole, di quello è talvolta, la dici
tura; e si può schivare il sì di spesso e
nojosamente vicino ritorno degli stessi vo
caboli, ma troppo si arrischia di sconvol
gerne il significato. Ne sieno, a cui lo
possono, prova le due primissime righe
; . º
(*) Immanuelis Kantii opera ad philo
sophiam criticam – Vol. I. cui inest cri
tica rationis purae – Latine vertit Frede
ricus Gottl. Born. Lipsia 1796.