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Potere & Poteri
di onore e potere che emerge dalla narrazione di Attilio Sa- bato pone alla ribalta l’inganno, la rivalità, l’insidia tra le persone e i gruppi. Eppure la nostra è una repubblica demo- cratica fondata sul lavoro e il partito politico è lo strumento offerto al cittadino per concorrere con metodo democratico alla determinazione della politica nazionale.
Ma proprio in questi ultimi trent’anni sono accaduti due fatti degni di nota. Il mutamento di leggi elettorali. La «li- quidazione» dei partiti storici. La forma di governo parla- mentare voluta dal costituente è stata svuotata. Il graduale superamento del proporzionale e la marginalizzazione della selezione partitica del personale politico ha affidato a pochi «saggi» la composizione degli organi costituzionali elettivi. La sovranità è soltanto nominalmente del popolo. Nomina si nescis, perit et cognitio rerum, è soltanto un ricordo sbia- dito. Non che nella c.d. prima repubblica il sistema partito abbia dato ottima prova di sé, ma almeno esisteva e agiva. Liquidato questo si sono ricercati surrogati idonei a rappre- sentare una sovranità popolare soltanto formale. Ed ecco la comparsa delle primarie o il ritorno alle investiture media- tiche. Le une e le altre di ossequio alla democrazia-proce- dimento ma in spregio alla democrazia di merito. Dopo la riforma del titolo V le regioni sono state erette a vere com- petitor dello Stato, senza la previsione di uno strumento a garanzia dell’unità e dell’indivisibilità nazionale. L’enorme rimessa di fondi europei ha comportato una mutazione ge- netica delle regioni. Da enti politici a sovranità concorrente a enti economici. Privi di risorse umane competenti e con un personale politico dibattuto tra la ricerca del consenso e la riscrittura dell’ordinamento giuridico su basi aziendali. Risultato: da soggetto ricettore ed elaboratore della doman- da politica locale a dispensatore finanziario secondo idee di sviluppo prive di basi democratiche.
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