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Presentazione
Si staglia un governo dei governanti e non dei gover- nati. Si comprova l’antidemocratismo platonico e il rischio della tirannide ma senza il governo dei “filosofi”. La sovra- nità è in cerca di appartenenza perché la politica ha voltato le spalle al popolo e ha ammiccato alla ricchezza. Ha posto le basi della propria condanna. Ha ceduto troppo terreno e lasciato alimentare contropoteri sovrastanti.
Il pericolo che le pagine di Attilio Sabato mettono a nudo è una politica «curtense» deprivata del coraggio delle grandi idee, che ha smarrito la forza del diritto alla ricerca della forza del patto. Ma quando nel patto si incontrano con- tropoteri forti si soccombe o si abbandona il campo. Ecco il prevalere della politica remissiva e ripiegata su se stessa, ove i tentativi di alzare la testa sono destinati a naufragare. Il Popolo, chi è costui? È la persona nella sua umanità uni- versale. In quanto tale meritevole di ogni considerazione che ne sappia interpretare i bisogni e le angosce, i desideri e le aspettative. Occorre ripartire dalla centralità della per- sona nella comunità sociale ed economica per ricostruirne quella etica fondata sull’eguaglianza e la solidarietà. La po- litica deve riappropriarsi della centralità progettuale riven- dicando la forza del pensiero critico ed elaborativo. Ma non può sottovalutare il ruolo delle istituzioni. Il pensatoio del- la politica deve iniziare dall’architettura istituzionale che conforma la stessa azione politica. Al variare della prima varierà la seconda. Le istituzioni di un paese sono lo spec- chio dell’agire politico che va ben oltre l’agire individuale. Non ha molto senso puntare il dito contro il singolo quando le regole sono inadeguate rispetto allo scopo e al contesto. Sminuire il ruolo della regola e della sua giustezza significa minare alle fondamenta il patto di una convivenza civile. Occorre ripartire dalle regole di organizzazione. È questa la fonte della crisi della politica.
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