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industria vide diminuire il peso della classe di lavoratori di- pendenti del settore della trasformazione industriale, ma lo coinvolse poi anche in vicende di tangenti che portarono nel 1993 al commissariamento della Federazione Napoletana del Partito comunista13.
Pur non adeguandosi del tutto alla nuova situazione anche il PCI fu influenzato dalla trasformazione dell’organizzazione politica campana. Mentre a Napoli il peso sul voto dell’or- ganizzazione politica basata sul rapporto patrono-cliente fu temperata dalla presenza di movimenti sia di piazza che di opinione ciò non accadde in provincia e nel resto della Campana. Infatti l’indicatore dato dalla quota di voti al PCI nelle province campane rispetto al dato nazionale (Tabella 2) mentre si mantiene intorno a uno a Napoli, decresce nel tempo sia per la provincia che per la regione Campania. Ciò evidenzia un peggioramento della performance elettorale del PCI in questi territori rispetto al dato di Napoli e nazionale. È probabile che il modello politica-camorra-cliente funzioni con più intensità all’esterno della città di Napoli. In provincia e nella regione,anche per il controllo dell’Ente Regione, da parte della DC, la gestione della spesa pubblica determinata dal governo rafforza sia i legami clientelari sia quelli fra po- litica e camorra e ciò indubbiamente ebbe influenza anche dal punto di vista elettorale14.
13. I principali funzionari rinviati a giudizio per corruzione nel 1993 relativamen- te agli appalti per la realizzazione dei mondiali di calcio del 1990 a Napoli furono il segretario amministrativo del PCI dal 1975, Antonio Pastore e il segretario del PCI, B. Impegno. La sentenza del processo di appello condannò quest’ultimo a due anni. La Cassazione poi dette un verdetto di assoluzione.
14. Secondo le dichiarazioni rilasciate ai magistrati da Masciari, assessore so- cialista nella giunta Polese, «le grandi e medie opere pubbliche passano per un gruppo di potere senza il quale è impossibile che si realizzino... Discussioni in cui alla fine si giunge a un accordo sulla spartizione delle quote che andranno alle imprese vicine ai vari partiti. Da queste arrivano i finanziamenti, il foraggiamen- to ai partiti», in «la Repubblica», 1993/03/25. L’accordo non poteva prescindere dai patti fra DC e PSI ma si doveva tener conto dei partiti di minoranza e delle opposizioni.