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Francesco Raniolo
Recessione economica e divari territoriali di lungo periodo
La tesi che sosterrò in questo intervento è che nel Meridione la crisi “morde” di più non solo per la straordinaria intensità e durata del suo impatto, ma anche per la presenza di persistenti e profondi squilibri non economici dello sviluppo e della crescita. Squilibri di volta in volta concettualizzati come divari civili, scarso capitale sociale e mancanza di senso civico, scadente qualità delle istituzioni e rendimento inefficiente dei servizi, legalità debole e così via. La sintassi delle asimmetrie o divari determina la capacità di reazione alla crisi o, da un diverso pun- to di vista, l’esistenza di un tessuto istituzionale (e valoriale) di qualità scadente riduce la resilienza e, di conseguenza, amplifica la vulnerabilità locale agli shock esterni. In estrema sintesi, ne deriva la seguente relazione: divari territoriali (economici, ci- vili e istituzionali) + crisi economica = inefficace management della crisi. Con conseguenze negative sulla stessa qualità della democrazia, come esito del deterioramento di una o più del- le sue dimensioni costitutive quali rule of law e responsabilità (accountability), partecipazione e competizione, responsività (responsiveness) e, infine, eguaglianza e libertà (Morlino, 2011; sul caso italiano Morlino, Piana e Raniolo, 2013). Come vedre- mo, qui, proveremo a leggere l’impatto della grande recessione del 2008 come deterioramento o, più esplicitamente, un attacco alle chances di vita delle donne e degli uomini che vivono in una data comunità politica – considerata qui, non tanto come “comunità di sentimento”, ma come “comunità di cittadinanza”1
1. La bipartizione presentata nel testo si deve a Sørensen (2008); più in generale si rinvia al classico contributo di Marshall (1963).































































































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