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Recessione economica e divari territoriali 107
vente tende a essere dimenticato all’insegna della presunta oggettività della congiuntura economica3. Per converso, le crisi aprono (o possono aprire) delle finestre di opportunità per il cambiamento che vanno sapute cogliere, secondo un mix di occasione e virtù che già aveva bene messo in risalto Machiavelli. D’altra parte, in presenza di fattori istituzionali e di contesto critici o negativi, le crisi si tramutano in punti di “biforcazione istituzionale” (Felice, 2014), cioè possono innescare derive e divergenze significative tra territori e grup- pi sociali all’interno di un Paese o, addirittura, tra i Paesi stessi. Insomma, il rischio è che la crisi in contesti di duali- smo (irrisolto) potrebbe innescare una transizione dai divari regionali alla deriva territoriale. Una certa interpretazione del federalismo competitivo e differenziato che si è diffusa in Italia a partire dal 2001 (ma anche delle cosiddette macro regioni e, per certi aspetti, delle stesse aree metropolitane) potrebbe concorrere a rafforzare tale “effetto perverso”, nel senso di Boudon (1981).
Ma procediamo con ordine e iniziamo con il dire che la crisi economica e finanziaria attuale è un fenomeno di inusi- tata intensità. Se è vero che le crisi sono un evento diffuso del- le economie capitaliste, che si verificano a intervalli piuttosto brevi – di 10-15 anni (Mazzucato, 2014) o addirittura più brevi fino a 5-6 anni – è pur vero che ci sono crisi e crisi. Quella attuale si segnala innanzi tutto per la durata, nel complesso sono oramai quasi otto anni. Ma anche per la morfologia e dinamica, originata come crisi finanziaria relativa al mercato immobiliare e al sistema bancario statunitense e aggravata, dalla crisi fiscale dei Paesi periferici dell’area dell’euro (Ir- landa, Spagna, Grecia, Portogallo e Italia). Questo aspetto, cioè la sua velocità di propagazione, costituisce un ulteriore aspetto della crisi in questione, vale a dire la sua selettività, producendo impatti drammatici e differenziati tra Paesi (ol- treché tra gruppi sociali e territori all’interno dei Paesi e non
3. Per una lettura che guarda alle risposte delle élite politiche europee e nazio- nali si veda Cotta (2015).































































































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