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122 francesco raniolo
prezzamento e quindi un giudizio positivo. Per di più è un termine che tende a declinarsi al plurale e anche nel nostro caso le «qualità democratiche» rinviano a una pluralità di dimensioni e sottodimensioni, alle quali ho già fatto cen- no e che richiamo rapidamente: qualità procedurale (rule of law, accountability elettorale e istituzionale, partecipazione e competizione), qualità di contenuto (eguaglianza e libertà) e qualità di risultato (soddisfazione dei cittadini).
L’altra prospettiva, già richiamata, è quella dei “divari civili” (Cersosimo e Nisticò, 2013). Per i due autori, «la me- trica della distanza in termini di reddito continua a essere importante ma oggi è altrettanto urgente la misurazione, e soprattutto la consapevolezza, degli scarti di opportunità di benessere tra cittadini appartenenti a un comune quadro isti- tuzionale» (ivi, p. 265). Questi scarti sono concettualizzati dagli autori in termini di «beni di cittadinanza a prescindere dal luogo di residenza e dal grado di sviluppo locale» (ibid.). Accanto ai differenziali regionali di reddito acquistano ri- levanza «gli scarti di opportunità di benessere tra cittadini appartenenti a un comune quadro istituzionale e nazionale» (ibid.). Anzi, si arriva al paradosso che «i divari interni [inter- regionali] di civiltà risultano in Italia ben più accentuati di quelli strettamente economico-produttivi e, per la tenuta e il significato dello Stato unitario, di gran punga più preoc- cupanti in quanto fiaccano il senso di appartenenza a una identica comunità nazionale» (ivi, pp. 265-266). Troviamo in questo scarto tra tipi diversi di divari una delle fonti più radicali dell’insoddisfazione e della sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni democratiche, un tema questo cen- trale anche nella prospettiva della qualità democratica.
Al riguardo possono essere utili ancora due precisazioni. La prima, si può ricavare dalla fig. 4 riportiamo alcuni indi- catori complementari al grado di fiducia degli elettori italiani su alcune delle principali istituzioni democratiche come si vede, se si esclude il riferimento alla fiducia nelle istituzioni locali, prevale una tendenza all’omogeneizzazione degli at- teggiamenti degli elettorati regionali verso una sostanziale































































































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