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270 federica bertamino
Per quanto riguarda il comportamento delle imprese in termini di innovazione, sono da rilevare altri tre elementi di particolare debolezza. Il primo riguarda la spesa privata in R&S sul PIL, che a livello nazionale è pari a poco più della metà della media UE‐28 (rispettivamente 0,72 per cento e 1,30 per cento nel 2015), dato che si distanzia dalla spesa del settore pubblico in R&S sul PIL, per la quale la differenza tra il valore nazionale e la media europea si riduce, attestandosi rispettivamente allo 0,54 e allo 0,72 per cento nel 20156.
Il secondo punto riguarda il livello di collaborazione delle PMI che hanno avviato attività cooperative di innovazione con altri soggetti, imprese e organismi di ricerca, misurato in percentuale del totale delle PMI: nel 2015 il valore nazionale del 4,8 per cento risulta di molto inferiore alla media europea, pari al 10,3 per cento7.
Infine, il terzo punto riguarda la competitività nel settore dei servizi ad alta intensità di conoscenza: l’export di questi servizi sul totale presenta in Italia un valore pari al 48,5%, contro il 63,1% della media europea8.
Con riferimento agli output dell’innovazione il nostro Pa- ese presenta invece alcuni punti di forza. In particolare i valori relativi alla percentuale di PMI che hanno introdotto innova- zioni di prodotto e di processo (38,8 per cento) e innovazioni strategiche e organizzative (44,7 per cento) sono superiori alle media europea (rispettivamente, 30,6 e 36,2 per cento)9.
Con riferimento alla performance dei territori, il Regional Innovation Scoreboard (RIS) 2016 mostra nel complesso una relativa omogeneità tra le regioni italiane, gran parte delle quali, nel confronto con quelle europee, registrano una per- formance da Moderate Innovators, a eccezione del Piemonte e del Friuli Venezia Giulia che si collocano tra gli Strong In- novators e la Sardegna che si colloca tra i Modest Innovators.
6. Eurostat, 2016.
7. Eurostat, 2016.
8. Eurostat, 2016.
9. Eurostat, 2016.