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delle regioni del Mezzogiorno nel 2012 risulta pari al 27,3% rispetto al 37,5% nel Centro-Nord10.
Infine, con riferimento alla capacità di valorizzazione del capitale umano nelle imprese, i dati regionali mostrano come nel Mezzogiorno nel 2013 la quota di ricercatori sul totale degli addetti delle imprese (0,38 per cento) è assai inferiore alla media italiana (0,52 per cento).
L’obiettivo di Europa 2020, relativo a ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione, richiede ai Paesi europei di rag- giungere il target del 3 per cento nel rapporto tra spesa in R&S e PIL. Rispetto all’obiettivo europeo, l’Italia, tenendo conto del livello iniziale e dei vincoli di finanza pubblica, ha fissato il proprio target all’1,53 per cento del PIL. Con un livello di spesa totale in R&S stimato all’1,29 per cento del PIL nel 2014, il target nazionale richiederebbe quindi, a valori costanti del PIL, un incremento complessivo non particolarmente rilevan- te (inferiore a 0,3 punti percentuali nel periodo 2014-2020).
L’obiettivo nazionale è raggiungibile, ma, come mostrato sopra, necessita l’individuazione di interventi adeguati a inci- dere sulle debolezze strutturali del Paese, che in sintesi sono:
a) una scarsa attitudine delle imprese, in particolare di pic-
cole e medie dimensioni, a collaborare tra loro o all’inter- no di partenariati pubblico-privati, che si traduce in una distanza tra sistema industriale e della ricerca superiore alla media europea;
b) una debole attenzione e una limitata capacità di valoriz- zazione, soprattutto in senso commerciale, dei risultati della ricerca;
c) una limitata capacità di assorbimento della nuova cono- scenza da parte delle imprese attribuibile principalmente alla scarsa presenza di capitale umano qualificato nelle imprese, soprattutto con riferimento a ricercatori e com- petenze scientifico-tecnologiche;
10. Istat, CIS, 2014.