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338 francesco boccia
copre ruoli pubblici deve «amare darsi torto», proprio come diceva il compianto Padoa Schioppa riferendosi ad Andreatta. Un conto è darsi torto per mettere in discussione i principi per migliorarsi e dare un contributo alla società, un conto è darsi torto per cambiare radicalmente idea rispetto ad alcuni temi. Ed è quello che è successo nel momento in cui abbiamo inserito nel Bilancio dello Stato il BES. Ma è stato l’inizio di un approccio culturale diverso.
Per fare questo non penso ci vogliano meno autonomie locali ma autonomie locali con regole adeguate; penso che i flussi finanziari legati ai trasferimenti vadano centralizzati perché non possono più essere legati alle richieste che arri- vano dai singoli territori, figlie a volte delle esigenze a breve termine della politica; ma soprattutto la capacità di raccolta delle istanze e la trasformazione delle stesse in progetti rea- lizzabili non penso possa essere fatta a Roma ma nei territori. E i territori devono avere gli strumenti per valutare se la classe politica è all’altezza in modo da non riconfermarla se ha sprecato soldi pubblici. Nell’ultimo quarto di secolo nel nostro Paese è mancata completamente l’accountability, la risposta alle cose che facciamo. Per questo motivo non sono mai stato d’accordo con la nascita dell’Agenzia per la Coe- sione perché non c’era bisogno di un altro centro studi; per monitorare i dati bastavano quelli della Camera dei Deputati, del Senato, della Banca d’Italia, dell’Istat col supporto delle altre eccellenze presenti nel nostro Paese. Bastano loro per darci conto degli errori commessi in modo da non ripeterli.
Non possiamo, però, buttare via mezzo secolo di storia, 25 anni di programmazione comunitaria e i 25 precedenti. In quegli anni ci sono state anche alcune esperienze positive, co- me la Cassa del Mezzogiorno che ha funzionato fino agli anni ’70. Dire che in quegli anni è stato tutto sbagliato sarebbe un grave errore politico e storico, prima di archiviare quel pezzo di storia dovremmo tirare l’ultima linea su quanto accaduto con la Cassa del Mezzogiorno e con le diverse esperienze di banche del Mezzogiorno. Voglio solo ricordare che nel Fondo Atlante sono finiti anche 600 milioni della SGA, dei