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Il divario socio-istituzionale fra nord e sud 7
Sud risultava modesto. Vale la pena notare come, all’epo- ca, esistesse invero una considerevole varietà di posizioni all’interno delle tre macro-aree: la più importante regione del Sud, la Campania, si trovava abbastanza al di sopra del- la media nazionale; nel Nord-Est e Centro (NEC d’ora in avanti), alcune regioni (Trentino-Alto Adige, a quel tempo appartenente all’impero austro-ungarico) erano fra le più povere, altre (il Lazio) fra le più ricche in Italia. Sebbene nel complesso il NEC si trovasse intorno alla media italiana, il Nord-Ovest si collocasse al di sopra di essa e il Sud e isole al di sotto – come illustrato anche dalla Figura 1 – si poteva osservare nel 1871 una considerevole contrapposizione fra le regioni delle diverse macro-aree. Per dirla diversamente: in termini di PIL pro capite, le tre macro-aree non si erano ancora chiaramente formate.
Si sarebbero formate nei successivi ottant’anni, vale a di- re dal 1871 al 1951: tutte le regioni del Sud sono scese al di sotto di tutte le regioni del NEC, al 1951; nello stesso tempo, tutte le regioni del NEC si trovano indietro tutte le regioni del Nord-Ovest. Mentre si verificava un processo di convergenza all’interno delle tre macro-aree, si accentuava la divergenza fra le macro-aree. L’esito di questo processo è che, a metà del Novecento, l’Italia appare chiaramente suddivisa, in termini di reddito pro-capite, in tre macro-aree – quelle evidenziate nella Figura 1. Vale la pena di discutere un po’ più nel detta- glio le principali caratteristiche di questo doppio processo, che ha visto divergenza fra le macro-aree e convergenza al loro interno.
































































































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