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Pietro Paolo Guzzo
Capacità amministrativa, burocrazie e coesione territoriale*
1. Premessa
«Il potere è in primo luogo, nella vita quotidiana, am- ministrazione»
(Max Weber, 1981 [1922], p. 214)
«Il diritto giuridicizza tutta la società considerandola, a modo suo, come una totalità»
(Latour, 2007 [2002], p. 318) «È necessario avere la volontà di cambiare»
(Leonardi, 2014, p. 781)
Durante le giornate di studio è più volte echeggiata la tesi secondo cui la mancata spesa dei fondi di coesione territoriale sia soprattutto imputabile a una regolazione giuridica (comu- nitaria e nazionale) «ambigua ed asfissiante», che ingessa/ rallenta/offre alibi al disimpegno/blocco di alcune burocrazie italiane. È sembrato potere ricondurre questo peculiare in- successo delle politiche di coesione territoriale – la mancata o inefficace utilizzazione dei fondi europei di coesione in alcune regioni del Mezzogiorno d’Italia (Calabria, Campania, Sici- lia) – a una sorta di «incapacità amministrativa addestrata» delle burocrazie meridionali. Segnale e corollario di una loro
*. Il lavoro deve molto ai lunghi colloqui avuti con Andrea Ciaffi, compagno di studi di Dottorato, attualmente dirigente degli Affari europei presso la Confe- renza delle Regioni. Ad Andrea vanno i miei ringraziamenti, con la speranza di aver reso bene alcune sue brillanti intuizioni. La responsabilità di quanto scritto è ovviamente esclusivamente mia.

























































































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