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inadeguata crescita civile, secondo le note tesi sul deficit di civicness di Putnam, Leonardi e Nanetti (1985).
La presente comunicazione si propone invece di ana- lizzare gli studi sul rafforzamento della capacità ammini- strativa nella politica di coesione, utilizzando la lente della sociologia del diritto per formulare nuove ipotesi di ricerca suscettibili di verifiche esplorative in future ricerche em- piriche. Di qui la ripartizione del lavoro. La prima parte (parr. 2-4) presenta l’oggetto della ricerca, il suo retroterra teorico, precisando il disegno (ciclo di policy, architettura programmatoria, quadro giuridico operativo multilivello) del processo di formazione e svolgimento della nuva politi- ca di coesione territoriale. La seconda (parr. 5-6) propone, invece, un’ipotesi di ricerca alternativa sulla (in)capacità amministrativa. Nelle prassi deiprocedimenti di gestione e valutazione dei progetti (par. 5) gli attori normativi (de- cisori amministrativi) sembrano infatti elaborare opposte “rappresentazioni” delle politiche di coesione territoria- le come spazi di azione situazionale regolati da specifiche prassi operative («grammatiche normative»). Si avanza l’i- potesi esplorativa secondo cui una tipologia euristica di ethos giuridico-normativi (par. 6) informi le grammatiche normative della coesione territoriale, orientando ora in un senso (legalistico-procedimentale) ora in un altro (perfor- mativo-processuale) le condotte amministrative in sede di valutazione e rendicontazione regionale dei progetti.
2. il disegno della nuova Politica di Coesione Territoriale (2014-2020)
Nonostante la loro storia (Predieri, 1996) sull’utilità dei fondi europei non tutti concordano (Perotti e Teoldi, 2014).
La politica di coesione territoriale (PCT), nata nel 1989 per impulso dell’allora Commissione Delors, punta a ridurre le disparità economiche, sociali e territoriali tra i diversi pPaesi membri e tra le diverse Regioni economiche europee. Essa si