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Il divario socio-istituzionale fra nord e sud 31
progressiva polarizzazione a tre (Nord-Ovest, NEC e Mez- zogiorno), nella quale a emergere è il Nord-Ovest, un’area che condivideva con il NEC livelli simili di capitale sociale ma vantava maggiore capitale umano. In una seconda fase, dopo un breve periodo di convergenza generalizzata, i divari regionali si vanno strutturando attorno a due sole grandi aree: il Centro-Nord da un lato, il Mezzogiorno dall’altro; oltretutto, nel lungo periodo a crescere meno nel Mezzogior- no sono proprio alcune delle regioni geograficamente più favorite (anzitutto la Campania), mentre alcune fra quelle svantaggiate se la cavano meglio (è il caso della Sardegna). Per spiegare questi andamenti, l’interpretazione più convincente è quella che fa leva sull’esistenza di un divario di tipo socio- istituzionale fra Nord e Sud. Essa parte dall’osservazione di più alte disuguaglianze fra ricchi e poveri e di istituzioni po- litiche ed economiche più estrattive nel Mezzogiorno, le quali si erano già formate storicamente fra Sette e Ottocento e poi si sarebbero mantenute, per certi versi persino rafforzate, a seguito dell’unificazione.
Il divario socio-istituzionale non sembra essere una con- seguenza delle differenze nel PIL e nella struttura produttiva: come abbiamo visto, queste erano deboli all’epoca dell’Unità, mentre il gap socio-istituzionale era già profondo e netto. Pertanto quest’ultimo può essere forse una causa, non certo l’esito, dei divari di PIL creatisi in epoca post-unitaria. E difatti ha dato forma ai divari di PIL, li ha plasmati in un certo senso, e per diverse ragioni. Ha comportato elevate differenze nel capitale umano, che presumibilmente è stato il fattore chiave per il decollo industriale del Nord-Ovest – e naturalmente rimane importante anche al giorno d’oggi. Ha determinato altresì i differenziali di capitale sociale, che probabilmente negli ultimi decenni (ma in parte anche prima) hanno gio- cato un ruolo cruciale per l’evoluzione della disuguaglianza regionale. Non ultimo, dal diverso assetto socio-istituzionale del Sud Italia sono derivate politiche economiche che han- no ostacolato la modernizzazione e l’industrializzazione di quest’area: ad esempio, il protezionismo cerealicolo di età