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LA DISPERATA RICERCA DI UN QUARTO D’ORA DI CELEBRITÀ
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«Cosa stanno facendo quelli?» chiese un ragazzo. «Stanno pittando», rispose il suo amico. Pittare è una famosa pratica che si sviluppa e si perfeziona generalmente nelle Accademie di Belle Arti ma nasce per le strade, nelle case, nelle scuole, negli edifi- ci in genere e su qualsiasi tipo di supporto.
Tra i materiali sono prediletti vernici e smalti. È importante fare una premes- sa: "pittare" è un lavoro come un altro, e bisogna accettare il fatto che ognu- no pitta a modo suo...Oggi la parola d’ordine è creatività. Se non sei cre- ativo sei un imbecille o non esisti. An- che se fai il netturbino o l’impiegato di banca che va in uf cio in sella alla Har- ley in giacca e cravatta, e la domenica si  lma con la GoPro durante qual- che sport estremo casareccio. Pure la portinaia, che
durante la setti- mana si occupa svogliatamente del condominio, te la ritrovi su YouTube a di- menare forsen- natamente le
chiappe contro un palo da lap dance. È di qualche mese fa la dichiarazione di Umberto Eco sulle legioni di imbecilli che bazzicano in Internet e, onesta- mente, non mi sento di dargli torto. E così, oltre agli innegabili contenuti positivi che la Rete mette a disposizio- ne, siamo contemporaneamente som- mersi da spazzatura, da orde di cretini senza il minimo senso critico che si lanciano nelle imprese più disperate al  ne di ottenere un brandello di visi- bilità. A questa schiera appartiene un nutrito gruppo di artisti che, non aven- do la capacità di emergere attraverso i mezzi convenzionali, s’inventa ciò che anche la mente più perversa mai po- trebbe immaginare.A che pro? Il solito: visibilità, fama, forse soldi. Anzi, a voler essere magnanimi, potremmo di- videre questi “ar tisti” in due categorie: i cialtroni e gli sperimentatori. Il dif cile
è tracciare il con ne. Ci proviamo con questo pezzo sugli artisti che utilizza- no, diciamo così, mezzi non conven- zionali per creare la loro arte. Andy Warhol: cominciamo da chi ha forni- to lo spunto per l’apertura di questo pezzo, ovvero l’artista più conosciuto e forse per questo meno capito dal grande pubblico, che crede sia suf - ciente pitturare una latta di pomodori per essere una star della pop art. Na- turalmente Warhol non è incluso nella serie di artisti di cui stiamo parlando, ma ho voluto citarlo semplicemente per avere una pietra di paragone su quale sia la differenza tra sperimenta- tore e cialtrone. L’opera si chiama Oxi- dation Painting (1978) ed è ottenuta sperimentando la reazione catalitica fra vernici metalliche e urina, che cre- do sia la sua. Una vera e propria pre- senza  sica dell’ar tista. Sperimentato-
re: Ani K. Non so se succede ancora, ma da piccolo, verso natale, arrivavano a casa una se- rie di carto- line dipinte
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