Page 11 - Tina Sgrò - Noto - 2021
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In quest’ultima osservazione capita di percepire qualcosa di più che parrebbe suggerire una trasfigurazione inaudita: le spesse e carnose figure di Lucien Freud sono qui rimpiazzate da carnosi divani, da vaste poltrone durrenmattiane. Ed ecco svelarsi altro ancora: la realtà pur tanto presente è un sogno. Le stanze dipinte sono gonfie di simboli e giochi geometrici galleggianti entro le forme abbandonate, come ricordi, in una sospensione spaziotemporale, il dilagare di uno spaziotempo menomonico e soggettivo, tutto interiore e immateriale a mano che la pennellata, la stesura cromatica si fa vieppiù presente e materiale. Animando così un paradosso che, come un fremito erotico, scuote ogni fibra, ogni segno di questa pittura, occupandone gli ammalianti “interni”, stanza dopo stanza. E allora queste stesse stanze dipinte da Tina finiscono per ricordarmi l’azzardo scottante imbastito da Michel Foucault quand’egli tenta di smantellare una costruzione costrittiva e ambigua come quella che assedia da ogni lato termini come “sesso” e “sessualità”. Gli stessi, a ben vedere, che animano, che scaldano fino all’eccitazione questa pittura di Sgrò. E ne fanno espressione di punta, di primissima linea sulla scena artistica contemporanea.
Rolando Bellini
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