Page 7 - Tina Sgrò - Noto - 2021
P. 7

Sono opere imbevute di valori cromatici che sembrano rinviare alla grande bellezza delle stanze vuote, silenziose e sospese del pittore danese Vilhelm Hammershoi a cui guardò con grande attenzione lo statunitense Edward Hopper, riuscendo ad interpretare con impareggiabile realismo la solitudine americana e raggiungendo accenti personali riconoscibili. Emblematica la frase che riassume tutta la sua poetica: “Forse io non sono molto umano. Tutto quello che volevo fare era dipingere la luce del sole sul lato di una casa”, o in un interno.
Nelle tele della Sgro’ affiora la stessa fascinazione della pittrice per la luce: è una luce “nobile”, calda, rarefatta, filtrata, che diventa mezzo espressivo per infondere forza alle immagini e per tensionare lo spazio. I suoi ritratti d’interni sono infusi di luce solare e caratterizzati da una immobilità che si avvicina all’essenza e, nell’assenza, alla bellezza dell’anima del luogo.
Paoletta Ruffino
Curatrice della Mostra
4






























































































   5   6   7   8   9