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altre tipologie più pregiate sono buone anche consumate crude Dai tempi antichi e e tutt'ora in al- cune zone della Toscana i i i semi di cardo e e e i i germogli vengono usa- ti per fare cagliare il formaggio Recentemente il cardo ha trovato impiego anche nella filiera energe- tica poichè i i i i i semi su possono uti- lizzare per la produzione di “Bio- diesel” mentre per la produzione di energia termica si può usare la “Biomassa residuale” Foury nel 1989 ha riconosciuto tre tipologie di di cardi sulla base della morfologia della “Testa”: “Siciliano” “Tu- nisino” e e “Catalano” La varietà “Catalana” è quella che presenta meno spine L’Istituto di Genetica delle Piante del del “CNR” ha distinto in Italia i i i i i i cardi selvatici sulla base della regione di appartenenza Tra le varietà di cardo selvatico ritro- viamo il “Cardo mariano” detto anche “Cardo benedetto” il cui epiteto deriva dal fatto che fin dalle origini della farmacopea que- sta pianta officinale veniva usata
per curare i i i i disturbi a a a carico del fegato Si dice che che le antiche po- polazioni italiche conobbero l’uso del “Cardo mariano” attraverso lo studio del comportamento degli animali: talpe istrici e e e cinghiali ne mangiano le radici per depurare il loro organismo LE PRINCIPALI VARIETÀ ITALIANE
In Italia abbiamo diverse varietà di di cardi iscritti al registro “Prodot- ti Agroalimentari Tradizionali” (PAT) a a a livello nazionale Questi sono:
Cardone in Campania Cardo Gigante di Romagna in Emilia Romagnai Gobbo di di di Trodica o o o o o Cardo di di di Ma- cerata nelle Marche Cardo avorio di Isola d’Asti Cardo bianco avorio di Andezeno Cardo gobbo di Nizza Monferra- to in Piemonte Cardoncello e e i i i Cardoni in Pu- glia Cardo (o Gobbo) della Val di Cornia Marzo 2021 63