Page 481 - Lezioni di Mitologia;
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              I timori del giorno  ; in ogni sonno
              Pere la  figlia. Or da vibrato dardo
              È trafitta, ora vede inorridita
              Mutarsi in nero ammanto      i panni allegri,
              E nei lari fiorir gli orni infecondi.
              Sorgea di tutto   il bosco a  lei più caro
              Un lauro, ed eran le pudiche frondi
              Ombra gradita del virgineo letto:
              Questo, reciso fin dall'imo, trarre
              Vede, e brutti di polve   i rami  incolti.
              Cercò la colpa, e rispondean piangenti
              Le Driadi, che abbattuto    il sacro alloro
              Avean le Furie con tartarea scure.
              Nuncia dei proprii danni era la figlia,
              Immagin prima del sopor materno:
              Di carcere nel mesto orror vederla
              Pareale, e da crudel catena avvinta,
              Non qual fidolla ai   siciliani campi,
              Né come d'Etna nelle liete valli
              La miraron le dee. Squallido    il crine
              Emulo già dell'oro, occupa notte
              Gli occhi, la gloria del superbo volto
              É vinta dal pallor,   le nivee membra
              Caligin tinge dello stigio regno.
              Poiché sorprese la notizia antica
              Nel dubbio volto,   le dicea la madre   :
                 di qual colpa   sei punita,  e donde
              Questo pallore? A chi dei numi è dato
              Questo dritto crudele, e questi ferri
              Come merlar le delicate braccia?
              Tu sei mia figlia, tu? forse m'inganna
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