Page 507 - Lezioni di Mitologia;
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             Parlò a lungo   il dolore,
             Poscia  il furor non tacque,
             E invocò morte, e    si lanciò nel fiume:
             Cara un tempo ad Amore
             La rispettaron l'acque.
          Lei che raminga in traccia
             Del perduto Signor scorrea la terra.
             Incoraggi soave
             La Dea, che al crin le bionde spiche allaccia;
             A lei stendea le braccia
             Racconsolando, e la compianse Giuno.
             Sola Venere altera
             Non calmò   l'ire gravi, e su l'afflitta
             Compier giurò la sua vendetta intera;
             Chi dir potria l'oscura
             Carcere, e  i duri  uffici!
             Chi l'auree lane, e la difficil'onda!
             Amor, dov'eri? a te che tutto    sai,
             Come furono ignoti
             Della tua Psiche   i guai!
          Ella, come imponea la sua tiranna,
             Osò d'entrar per la Tenaria porta,
             E por vivendo   il piede
             Ne' tristi regni della gente morta.
             Allo splendor dell'auro
             Lei l'avaro nocchier pronto raccolse,
             E varcò la palude.
             Latra Cerbero invano.
             Le gole  il cibo e  gli occhi  il sonno chiude.
             Elia passa, e  il soggiorno
             Tenta di Pluto, e   il fatai dono chiede:
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