Page 631 - Lezioni di Mitologia;
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Agli omeri: tremò nell'opra ardita
La patria man; fra i ripetuti avvisi
Bagnava il pianto la mutata guancia;
Sulla bocca del suo figlio trattiene
Baci che non ripeterà: s'inalza
Sulle penne, e precede il suo compagno.
Timido sol di lui: così dall'alto
Nido tenera prole al cielo avvezza
Augello; il nuovo volo esorta, e l'arti
Dannose insegna, e mentre l'ali ei move
Guata quelle del figlio. Ambi gli vide
Stupido il pescator ch'insidia l'onde;
Con la tremula canna alla sua stiva
11 bifolco s'appoggia; ambe le mani
Pone al bastone, e rimirando ammuta
11 pastorello, e soli ai Numi stima
La libertà del Ciel concessa. A manca
Già stava a Giuno la diletta Samo,
E Delo e Paro erano lunge a destra,
E Lebinto e Calimna in mei feconda,
Quando baldanza dell'audace volo
Il giovinetto invoglia, e l'ali inalza
Preso del Cielo dal desire: il Sole
Vicino scioglie all'odorata cera
I nodi, e già s'è liquefatta; i nudi
Bracci scote, né piii l'aere aduna
Perchè gli manca il remeggiar dell'ale.
Già la bocca, che grida il patrio nome,
Occupa l'acqua che da lui si chiama.
Ma il padre, ahi non più padre I alto gridava:
Icaro, dove sei; Icaro, in quale