Page 386 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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376 LEZIONE VENTITREESIMA.
Morto Ciro, i suoi soldati si dettero alla fuga; e il re, in-
seguendoli, invase colle sue trui>|xj il campo, del fratello che fu
tulio saccheggiato. Quella sola parlo di esso che era lasciata in
guardia di un cerio numero di Greci, non fu occupata dai ne-
mici : i difensori gli respinsero cou grave lìèrdita, salvando tanto
i bagagli che le persone rifugiatesi presso di loro. Frattanto
i
Greci che avevan vinto nella ballaglia e inseguito i nemici sba-
ragliati fin da principio, tornarono indietro, e veddero Arlaserse
che saccheggiava il campo. Intonarono di novo il (>eana, e l’at-
taccarono con tanto impelo che lo costrinsero alla fuga. Si tro-
varono cosi in una posizione assai singolare. Due armate di bar-
bari, una loro alleala c l’ altra loro nemica, fuggivano per due
versi contrari. Loro soli eran padroni del campo di battaglia e
creilevano d’aver riportalo un completo trionfo. Quanto a Giro,
non sapevano che fosse morto ; e s’ immaginavano che fosse an-
dato a inseguire il nemico, o che si fo.sse avanzalo j)er impadro-
nirsi di qualche posizione.
Lo seppero la mattina seguente, e immediatamente dopo
riceverono da Artaserse, per mozzo di araldi, l’intimazione di
render Tarmi. Risposero, come vincitori, che non T avrebbero
fatto. S’avanzarono anzi verso Babilonia, tantoché il re, impau-
rilo, chiese una tregua; e TotU;nne col patto che somministrasse
ai Greci dei viveri. Intanto Arieo che era fuggito dalla battaglia
colle trupije asiatiche loro alleate, ora tornato a riunirsi a loro,
e le due armalo s’eran giurate un’alleanza inviolabile. Ma fra
i
Greci nacquero presto dei sospetti sul conto d’ Arieo, che pa-
reva piegare in favore di Tisaferne; e sul conto di Tisaferne me-
desimo che non teneva con loro quella condotta schietta e ami-
chevole che doveva in grazia del trattalo di tregua. Per chiarire
le cose, e colla sjx?ranza di dissiparli, cinque generali greci an-
darono a trovar Tisaferne. Appena entrali nella sua tenda, quel
, da cui furono con-
barbaro gli fece incatenare e condurre al re
dannati ad aver mozza la lesta.
Ci s’immagini quale dovè essere allora l’imbarazzo dei
Greci : alla distanza di più che diecimila stadi dalla Grecia
;
mancanti dei generali
; sprovvisti di viveri ; circondati da ogni
parte da nazioni barbaro e nemiche
; in piccolo numero e quasi
senza cavalleria. In mezzo a queste riflessioni scoraggianti, quasi
nessuno s occupò, quella sera,
di prender cibo, nessuno potè