Page 474 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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464 I LEZIONE VENTOTTESIMA.
” ;
» tro confusa, quando il re lo disse Non vi siete ingannala; luì»
^ né anche Alessandro. » '
Parmenione s’ impadroni -di Damasco e ci trovò un bottino
’
ricchissimo. Fra i prigionieri che ci fece e che condusse ad Ales-
ù sandro, c’era due tebani, nn ateniese e ‘hno spartano spediti
là come ambasciatori. Alessandro perdonò e lasciò subito liberi
i primi tre: ma il quarto, lo sostenne in prigione per qualche
tempo.
Intanto Dario fuggiva ; e Alessandro, non volendo inoltrarsi
nell’ alla Asia prima d’ avere isolalo l’ impero di lui dal mare
Egeo, lo lasciò fuggire con lutto l’ agio, e condusse l’ armata nella
Fenicia attraversando la Celesiria. L’isola d’ Arado gli si sotto-
messe spontaneamente ; le città di Marato, di Biblo e di Sjdone
gli aprirono le porte. Nella prima di queste lo raggiunsero degli
ambasciatori di Dario che gli portavano una sua lettera. Si la-
mentava Dario che Alessandro avesse invaso ingiustamente i suoi
Stati : gli stati di lui che era successore d’Artaserse già allealo o
amico di Filippo. Al tempo stesso gli domandava che rimettesse in
libertà la sua famiglia. Alessandro gli rispose nel modo seguente ;
« I vostri antenati, senza averne nessun giusto motivo, ven-
» nero in Macedonia e nel resto della Grecia e ci danneggiarono
x> molto. Eletto capitano dei Greci, io sono sceso nell’ Asia per
» punire i Persiani autori delle prime ostilità. Voi soccorreste i
» Perinti che avevano offeso mio padre. Oco mandò delie truppe
» in Tracia che era soggetta al nostro dominio. Mio padre mori
il ferro di sicari istigali da voi , come ve ne vantaste voi
» sotto
» stessi nelle vostre lettere. Dopo che tu, d’accordo con Bagoa,
» avesti ucciso Arsele, e tu, in onta alle leggi della Persia, fosti
» salito sul trono, tu scrivesti ai Greci per indurli a farmi guerra,
» e mandasti a questo scopo dell’ oro ai Lacedemoni e a degli
» altri popoli della Grecia ; nessuno però lo ricevè , fuorché i
» primi. I tuoi emissari non ristettero dal corrompere i ntiei
» amici, e turbare la pace che avevo stabilito fra i Greci. Io
» dunque t’ ho mosso guerra per l’ odio che tu mi porti. Ho
> vinto prima i tuoi generali e i tuoi satrapi; ultimamente, te
; e posseggo ora un paese che
® stesso e la tua propria armala
» m’hanno donato gli Dei. Tutti quelli della tua armata che non
» morirono in battaglia e si rifugiarono presso di me, questi, io
* Airùno , 11, I i , 13.