Page 475 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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», ne ho cura ; e non ci restano loro malgrado, e combattono
» anzi volentieri sotto la mia bandiera. Vieni dunque, presentati
• » a me che sono il signore di tutta l’Asia. Se hai qualche timore
» che io ti faccia del male, manda alcuni de’ tuoi amici, o
» avranno la mia parola d’ onore. Quando sarai venuto, chiedimi
» allora la tua madre, la tua moglie, i tuoi figlioli, e qualche
» altra cosa se vuoi ; tutto ciò che potrai desiderare, ti sarà con-
» cesso. Del resto, se tu mi mandassi una nova ambasceria,
» mandamela come al re dell’ Asia : non mi scriver più da pari
» a pari, ma rivolgimi le tue preghiere come al padrone di tutti
» i tuoi stati ; se no, penserò al modo di punire un simile in-
» sulto. Caso mai tu volessi disputarmi ancora l’impero, sappi
'
» che non mi sfuggirai ti perseguiterò dovunque tu sii. »
;
Il tono di questa risposta è certamente superbo. Ma era il
vincitore d’Isso che la scriveva; e poi, in Oriente, per essere
intesi, bisogna parlare allo e senza formule diplomatiche.
Continuando dunque la sua marcia, Alessandro arrivò a
Tiro; ma questa, non che imitare l’esempio deli’ altre città fe-
nicie e aprir le porto ai Macedoni, negò perfino di ricevere il
solo re che chiedeva d’entrare per fare un sacrifizio a Ercole.
S’ immagini se lui che aveva vinto tulle le volte che combattuto,
si tenne offeso da quel rifiuto. Giurò di prender Tiro colla forza,
e cominciò subito i lavori d’assedio. E’ riusciva diffìcile perchè
la città era fabbricala sopra un isolollo distante un mille passi
dalla costa. Bisognava dunque unirla colla tcrraferma mediante
un argine ; cosa di molta difficoltà, perché gli assediati cercavano
d’impedire con ogni mezzo i lavori. Pure, era quasi terminato
quando i Tiriesi riuscirono ad appiccarci il foco. Si ricominciò
daccapo; e questa volta, in grazia delle navi di Sidone, di Bi-
blo, di Rodi, di Cipro o di Licia che eran venule a secondare
Alessandro, 1’ argine fu condotto a fine ; e cosi solidamente, che
non è stato ancora distrutto dal tempo. Allora la città fu assalita
contemporaneamente per mare e per terra; le sue mura, alte
cento piedi, furono a[)erte e atterrate dai colpi delle macchine;
e i .Macedoni entrarono vincitori irritati nella città che aveva re-
sistito per sette mesi. Ottomila Tiriesi restarono uccisi; quasi
tutti gli altri, in numero di 30,000, furon venduti come schiavi.
Pochi ottennero grazia ; e furono il re Azemilco, i principali cit-
< id., Il, u.
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