Page 18 - Oscar Wilde
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del fratello, si affrettò a ritornare a Venezia per via di terra. Non appena sceso dalla gondola sulla gradinata dell'albergo, il proprietario gli si fece incontro con un fascio di telegrammi. Lord Arthur glieli strappò quasi di mano e prese ad aprirli febbrilmente. Tutto era andato bene. Lady Clementina era morta subitamente la notte del 17! Il suo primo pensiero corse a Sybil e si affrettò a spedirle un telegramma annunciandole il suo ritorno immediato a Londra. Quindi ordinò al cameriere di preparare i bagagli per la sera, diede ai gondolieri cinque volte il prezzo che gli spettava, e corse nel suo appartamentino con passo leggero e cuore gioioso. Trovò tre lettere che lo aspettavano. Una era appunto di Sybil, colma di affetto e di condoglianze. Le altre due erano una di sua madre, l'altra dell'avvocato di lady Clementina. Queste ultime gli spiegavano come la vecchia signora avesse cenato proprio quella sera in compagnia della duchessa, meravigliando tutti i presenti per il suo "esprit" e il suo buon umore, ma poi si era ritirata piuttosto per tempo, lamentandosi di un'improvvisa angoscia cardiaca. La mattina successiva l'avevano trovata morta nel proprio letto, senza alcuna traccia di sofferenza sul volto. Avevano mandato a chiamare immediatamente sir Matthew Reid, ma naturalmente non vi era stato più nulla da fare: il giorno 27 sarebbe stata seppellita a Beauchamp Chalcote. Aveva redatto il proprio testamento pochi giorni prima di
morire, lasciando a lord Arthur la sua casetta di Curzon Street, e tutti i suoi mobili, effetti personali e quadri, eccezion fatta per la sua raccolta di miniature destinata alla sorella di lei, lady Margaret Rufford, e una collana di ametiste per Sybil Merton. Non si trattava di un'eredità di grande valore, ma l'avvocato Mansfield era estremamente ansioso che lord Arthur rientrasse al più
presto poiché erano rimasti parecchi conti da saldare, dato che lady Clementina non era mai stata molto ordinata nei propri affari. Lord Arthur fu molto commosso che lady Clementina si fosse ricordata con tanto affetto di lui, e si rese perfettamente conto che il signor Podgers aveva non poca responsabilità in tutto ciò. Ma il suo amore per Sybil dominava in lui ogni altra emozione e la consapevolezza di aver compiuto il proprio dovere gli diede pace e conforto. Giunto a Charing Cross si sentiva perfettamente felice.
I Merton lo ricevettero molto cordialmente. Sybil gli fece giurare che niente più sarebbe venuto a frapporsi tra loro due, e le nozze furono fissate per il 7 di giugno. La vita gli riapparì ancora una volta bella e radiosa e tutta la sua antica spensieratezza lo riprese. Un giorno, mentre si aggirava per la casa di Curzon Street in compagnia dell'avvocato di lady Clementina e di Sybil, bruciando pacchi di lettere sbiadite e vuotando cassette di vecchie cianfrusaglie, la giovane diede improvvisamente in un piccolo grido di gioia.