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Terre di Versilia




                  scaturiscono  “le  estetiche  emozioni”.  Sono  storie  di  persone,  di  paesaggi,
                  di vicende umane tratte dalla cronaca o sono racconti di pensieri, emozioni,
                  paure. Tutte, però, acquisite dall’anima e il quadro finisce sempre per essere la
                  rappresentazione di ciò che il mondo è per l’artista.
                  È per questo che lui lo conosce meglio di ogni altro e lo può raccontare senza
                  pudore e senza paura.
                  Alla fine il pittore dipinge soprattutto per la necessità di compiere un colloquio
                  sempre più profondo con se stesso e con la realtà che acquisisce e ricrea, e non
                  può nascondere la perenne, a volte dolorosa e allo stesso tempo dolce ed intima
                  lotta fra la razionalità e la magia dell’inspiegabile, che governano il suo cuore.
                  Avvicinando un artista si percepisce sempre la passione delle idee e del pensiero
                  creativo. E’ il dipingere in sé che lo testimonia. E’ un mettersi “a nudo”.
                  Realtà, realtà astratta, realtà concettuale, tutte espressioni  che, applicate alla
                  pittura, definiscono in ogni caso un “altrove”: il regno dell’immaginazione.
                  In questo luogo favoloso e misterioso il pensiero umano ha creato le immagini,
                  le parole, la filosofia, le scienze, ecc..  Il regno dell’immaginazione è un punto
                  di partenza (da lì veniamo) e un punto di arrivo (lì dobbiamo andare) nella
                  circolarità delle vite.
                  La pittura non è confinabile in un movimento, in una classificazione rigida (mi
                  vengono in mente i libri di Carlos Castaneda) è  sempre un percorso sciamanico
                  dove il gesto dell’artista scuote livelli sotterranei e produce vibrazioni spirituali.
                  Possono piacere o no le opere di un pittore: ma è assolutamente impossibile
                  restare indifferenti.
                  E il pubblico diventa sempre un protagonista di questa empatia.
                  L’artista  è  medium  tra  noi  e  tutti  i  possibili  “altrove”.  Tutte  le  angosce  e  le
                  passioni, le gioie e le speranze, che appartengono all’inconscio collettivo, stanno
                  nelle opere d’arte come nel mondo dei sogni.
                  Spesso più reali di ciò che ai più sembra la realtà.
                  L’artista si concede come “strumento” di comunicazione. Racconta certamente




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