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La trasformazione personale è l’arma più potente che si possa usare per modificare
               l’umanità e l’intero pianeta.
               Questa esemplificazione discende dalla controversa teoria della  “causalità
               formativa” di  Sheldrake, che ovviamente implica un  universo  non meccanicistico e
               governato da leggi che sono esse stesse soggette a campi morfici
                I campi morfogenetici.
               La teoria  di Sheldrake afferma che i sistemi sono  regolati  non solo  dalle leggi
               conosciute  dalla scienza fisica, ma  anche  da campi  organizzativi invisibili, che  lui
               chiama “morfogenetici”.
               Il termine  indicherebbe  un nuovo tipo  di campo fisico che svolge  un ruolo nello
               sviluppo della forma.
               In altre parole, i campi morfogenetici sarebbero responsabili della forma e
               dell’organizzazione specifica dei sistemi a  tutti i livelli di complessità, non solo in
               biologia ma anche in chimica ed in fisica.
               Questi campi ordinano i sistemi con cui sono associati influendo su eventi che, da un
               punto  di vista energetico, appaiono come  indeterminati o probabilistici,  cioè, in
               termini più semplici, non sembrano possedere apparentemente alcun rapporto gli uni
               con gli altri.
               Questa teoria suppone, tra l’altro, che, se un membro di una specie biologica impara
               un  nuovo comportamento, il campo morfogenetico per la specie cambia, anche se
               lievemente. Se il comportamento viene ripetuto abbastanza a lungo, la sua “risonanza
               morfica” si accumula e inizia a influenzare l’intera specie. Più individui della stessa
               specie imparano a eseguire un nuovo compito, più potente diventa questo loro campo
               morfogenetico e più facilmente gli altri individui della specie impareranno a eseguire
               quel compito.
               È il cosiddetto salto quantico, che facilita il raggiungimento di un obiettivo, prima
               considerato difficile per i più.
               Ciò è vero non solo a livello di specie, ma  anche riportato al  microcosmo
               dell’universo cellulare.
               Sembra infatti che la cellula conservi la  memoria di tutti i processi a cui viene
               sottoposta. Quando essa  apprende. Essa  potrebbe  quindi  “apprendere”  ad
               autoregolarsi e a ripristinare la memoria dello stato di equilibrio.
               Questo è particolarmente importante nelle malattie in cui il danno fisiologico prende
               l’avvio da un’errata risposta a livello cellulare, come nel cancro.
               L’ipotesi è dunque quella che sia possibile, attraverso opportuni interventi della
               coscienza del soggetto malato, ripristinare la memoria del funzionamento  corretto
               della cellula abnorme.

               Campi morfogenetici, salute e stati elevati di coscienza.
               Sheldrake pensa che la capacità per rimembrare, richiamare, ricollegare, o
               riconoscere dipenda dalla risonanza morfica.
               Applicando questa teoria all’ambito cellulare è possibile supporre che un paziente
               possa riuscire a rivitalizzare il corpo cambiando le condizioni costitutive per il
               funzionamento  ottimale del sistema comunicativo, cioè la comunicazione fra
               particolari campi morfici delle cellule.





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