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Dal modello deriva che le cellule danneggiate diventano in grado di attingere alla
memoria dei relativi campi morfici e quindi di essere in grado di attivare il sistema di
autoguarigione del corpo. Il motivo che determina il recupero è che le comunicazioni
sono ripristinate su un modello di salute, perché la risonanza morfica è rigenerata o
ristabilita.
Per risonanza morfica Sheldrake intende il rapporto o il processo per mezzo del quale
le precedenti forme e le strutture di attività interagiscono con forme ed attività
similari. La risonanza morfica funziona attraverso sia lo spazio che il tempo ed essa
non diminuisce con la distanza nel tempo o nello spazio.
Malattie come il cancro esprimono un disarmonia cronica e le disfunzioni dell'unità
dell'intero sistema di comunicazione della personalità
L'ipotesi che il cancro sia una malattia sistematica implica che il malato sia
danneggiato o non tragga risultati apprezzabili dall’uso di metodi e farmaci che
presuppongono che il cancro sia una malattia locale in una parte autonoma del corpo.
Le malattie come il cancro esprimono invece un disarmonia cronica e le disfunzioni
dell'unità dell'intero sistema di comunicazione della personalità.
Applicando la teoria di Sheldrake allo sviluppo degli stati di coscienza più elevati,
possiamo prevedere che maggiore è il numero di individui che iniziano a elevare il
proprio stato di coscienza, più forte diverrà il campo morfogenetico per stati più
elevati, e più facile sarà per gli altri muoversi poi in quella direzione.
L’impatto di una concezione come questa sui movimenti per lo studio del potenziale
umano è stato enorme ed ha trovato un veicolo di divulgazione internazionale e
popolare grazie anche a quegli scrittori nell’orbita della New Age che profetizzano
un’imminente “salto quantico” della coscienza collettiva e che hanno trovato ne “La
profezia di Celestino” di James Redfield il loro manifesto ideologico.
EFFETTO DEL DNA FANTASMA
Il primo esperimento descritto è opera del Dr.Vladimir Poponin,
un biologo quantistico. Inizialmente venne svuotato un contenitore
(cioè al suo interno venne creato il vuoto), e quindi l'unica
cosa rimasta erano i fotoni (particelle di luce). Si misurò la
distribuzione (cioè la posizione) dei fotoni e si trovò che
questi erano disposti in modo completamente casuale tutto
all'interno del contenitore. E tale risultato era conforme con
quanto ci si aspettava. [ovvero conforme al Secondo principio della termodinamica
(entropico)]Poi venne inserito del DNA all'interno del recipiente e si rieffettuò la
misura della distribuzione (posizione) dei fotoni.
Questa volta i fotoni erano SCHIERATI in modo ORDINATO e
allienati con il DNA. In altre parole, il DNA, fisico, produceva
un effetto sui fotoni, non fisici. Dopo di questo, il DNA venne rimosso dal contenitore,
e si ricalcolò la distribuzione dei fotoni. I fotoni RIMASERO ORDINATI e allineati la
dove era stato inserito il DNA. A cosa sono connesse le particelle di luce?...e qui entra
in gioco, in modo molto implicito, il principio di non-località.
La spiegazione di questo fenomeno dice che evidentemente il DNA stesso ha prodotto
nel "vuoto" un modello di disturbo, uno specifico modello vibratorio. Da qui nasce la
teoria dei campi morfogenetici, cioè ogni essere umano e vivente, lascia una traccia
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