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CAPITOLO IV: MALVAGITA’ NELLE RAZZE UMANE
Chiedetevi come può la stragrande maggioranza degli uomini essere tanto malvagia
da infliggere e infliggersi la peggiore delle sofferenze, senza provare un minimo di
pentimento o rimorso, e altri uomini, vere eccezioni che hanno superato il programma
genetico, darebbero la vita per salvare un cane.
Io sono fermamente convinto, che non tutti gli uomini sono umani. O meglio non tutti
appartengono alla specie umana. E’ mia convinzione che tra noi vi sono esseri
provenienti da universi metafisici per indicarci il sentiero che porta verso la
consapevolezza e quindi la liberazione dall’inganno del corpo fisico, che ci costringe
anche dopo aver lasciato la materia ad esistere nel mondo delle ombre per non esserci
opposti al male.
La scienza studia l’evoluzione dell’uomo da secoli, e ad ogni era afferma di rilevare
concreti risultati evolutivi. Io non credo nell’evoluzione dell’uomo. Quello che la
scienza confonde con evidenti stadi evolutivi, in realtà non sono altro che il
perfezionamento dell’architettura mentale tipica di una macchina capace di
perfezionarsi, ma incapace di modificare la propria natura.
Evolversi implica la modificazione del pensiero, la concezione della vita e quindi un
nuovo modo di porsi di fronte a se stesso e ai suoi simili e al mondo fisico in cui è
immerso.
Alcuni studiosi affermano che l’uomo di Neanderthal , scomparso circa 35.000 mila
anni fa, non era molto diverso dall’uomo contemporaneo al punto che se comparisse
tra di noi, non riusciremmo a distinguerlo dagli altri uomini, sia per intelligenza che
per la capacità di rapportarsi al sistema di vita dell’attuale civiltà.
Confortato da tale tesi, è mia convinzione che l’uomo non è in grado di evolversi
perché è il risultato di un progetto genetico, creato per svolgere esattamente le
seguenti azioni:
Riprodursi, credere di amare, o amare quanto basta per consentire la continuità della
specie, e soprattutto per odiarsi e sterminarsi a vicenda. Tutte le altre attività
contribuiscono a rafforzare le direttrici primarie.
Una specie in grado di evolversi, non compie le stesse scelte, i stessi programmi, le
stesse azioni, gli stessi obbiettivi e soprattutto non ripercorre ciclicamente le stesse
mostruosità.
Una specie in grado di evolversi apprende dai propri errori e diventa saggia al punto
da evitarli nel futuro.
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