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Uno dei termini più utilizzati negli ultimi tempi è la parola invasione, addirittura si arriva a parlare di rischio di sostituzione etnica. L’invasione, però, ha un’indicazione di tipo matematico. Prendiamo come esempio questa stanza dove il numero di persone presenti al convengo sono circa 150; se arrivasse una persona e mezzo, anche meno, ed entrasse facendo baldoria, buttando per aria un po’ di roba, cominciando ad urlare frasi senza un senso, le persone presenti si spaventerebbero. Sarebbe giusto leggere sul giornale il giorno dopo: “Invasione dai Comboniani a Venegono?”. Eppure, a pensarci bene, è accaduta la stessa cosa in Europa.
Comparando ai cittadini europei che sono mezzo miliardo di abitanti il numero di immigrati arrivati in Europa dalla crisi siriana ad oggi, il totale corrisponde all’incirca allo 0,8-0,9% dell’intera popolazione europea. Nonostante tutto, parliamo di invasione.
Inoltre, si è cercato di colpire alcuni luoghi simbolo dell’accoglienza. Questa operazione è stata fatta in maniera scientifica su Lampedusa e su Riace perché, quando a Lampedusa saltano fuori due idioti che dicono delle cose, è in parte
a cura di Nello Scavo, giornalista dell’Avvenire
anche il risultato di una pressione mediatica di un territorio che viene esasperato, perché, se ci si convince che c’è l’invasione, poi si finisce col non vedere che in realtà a Lampedusa non c’è mai stata un’invasione ma solo un afflusso massiccio di molte persone. Molti miei amici giornalisti, quando arrivano sull’isola, domandano dove sono gli immigrati, perché vanno per strada e non li trovano.
Anche su Riace è stata fatta la stessa operazione, si è scoperto addirittura che il sindaco leghista della città non poteva essere neanche eletto, ma anche lì si è fatta un’operazione mediatica molto forte perché questa idea per cui a Riace alcuni lavoravano e altri no ha creato gelosie e su questo si è costruita una campagna politica.
Un altro esempio è il CARA di Mineo che, in un periodo di grande emergenza con 4 mila persone di 160 etnie diverse, è diventato il frutto di un grande business. C’era un imprenditore privato ai tempi che aveva costruito un villaggio per i militari americani nell’entroterra che per una serie di ragioni era disabitato. Si ebbe quindi l’idea di affittarlo per 5 milioni di euro all’anno al governo italiano per ospitare immigrati in
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