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MONCHERINI


          Restammo accampati nella periferia di Odessa circa una setti-

          mana. il freddo era feroce; si ballava la tarantella per tenerci
          caldi; mani, piedi, orecchie gonfi per i geloni,  i nostri poveri
          nasi  erano  una  esposizione  di  ciliegie  mature.  Le  uniformi
          pesanti  degli  ex  soldati  di  Stalin,  ci  difendevano  bene,  ci
          tenevano in vita!

          Qui  passammo  il  secondo  Natale  della  nostra  prigionia.
          Avemmo la Messa di mezzanotte celebrata e predicata da un
          bravo  cappellano  militare.  Il  canto  fu  diretto  da  Beniamino

          Gigli, il  cantante della Scala. Si cantava, si tremava e si pi-
          angeva, ma c'era tanto caldo nell'anima. Quel Bambino nato
          in  una  stalla  rassomigliava  a  noi.  Come  finale  Beniamino
          canto'  un  assolo,  una  ninna  nanna  che  non  avevo  mai  sen-
          tito,mi piacque tanto, e che dopo ho potuto rintracciare, la ri-
          porto, credo che piacera' anche a voi.

                    Dormi non piangere Gesu ' diletto,

                    dormi non piangere mio Redentor.

                    Quegli occhi amabili. bel Pargoletto,

                    t'affretta a chiudere, nel fosco orror.

          Durante il  rancio di  mezzogiorno, un po’ piu’ sostanzioso ed
          abbondante, ricordammo con nostalgia e con affetto la Regina
          Mafalda, che l’anno prima  ci aveva fatto servire un pranzo
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