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una sorpresa bellissima e si comincio’ a sperare, che forse,
con un po’ di fortuna, ce I’avremmo fatta. Si comincio’ a ve-
dere visi piu’ rischiarati e sorridenti, e qualche canto militare
nella serata usciva dalle barracche. Eravamo tanto giovani... e
si aveva tanta voglia di vivere.
Ma i tedeschi non avevano voglia di lasciarci vivere. Saputo
dello sbarco delle truppe Inglesi, i bombardamenti ripresero a
tutto spiano. Lancio di paracadutisti, attacco alle navi del
porto, zattere motorizzate cominciavano a comparire lungo le
spiagge, mitragliando le postazioni della costa, e poi bombar-
damenti, senza posa: ogni giorno, due nello stesso giorno.
Prima della fine di Ottobre secondo quello che riportano i
documenti storici sulla resistenza eroica di Lero, ci furono
140 bombardamenti a cui presero parte 1100 aeroplani.
In quei giorni mi feci veramente onore. Dalla piazzetta mili-
tare sulle colline che circondavano il Porto Lago, sparavamo
come a un tiro a segno perfetto sugli apparecchi che spunta-
vano dal mare. Vedemmo diversi apparecchi frantumarsi sulle
rocce dell’ Isola o inabissarsi nel mare. Hurra’...per I’ltalia ...
per la vittoria…”. Si gridava rabbiosamente.
I nostri morsi, contro gli apparecchi tedeschi e contro i para-
cadutisti che falciavamo con le mitragliatrici, cominciarono a
fare effetto sulle truppe nemiche. La radio della Repubblica
Italiana ci chiamava traditori, banditi, badogliani della peggior
lega. 11 nostro morale era altissimo. “Non si cede neppure un