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tozzo di pane, una galletta e qualche legume che si mangiava
          crudo, perche' non c’era possibilita’ di bollirli.

          Una mattina ci fu una riunione generale. Venne nel campo un
          ufficiale che nessuno di noi conosceva e ci fece su’ per giu’
          questo discorso: “Camerati vengo da Roma, sono un ufficiale
          del nuovo esercito della Repubblica Italiana. Sono qui per aiu-
          tarvi. Credo che sappiate come stanno le cose nella nostra Pa-
          tria. il generale Graziani, e tanti altri generali si sono messi a

          capo delle forze armate per combattere a fianco degli alleati
          tedeschi per raggiungere la vittoria finale. Non sono qui per
          forzarvi, vi parlo come camerata a camerati, come italiano a
          italiani. Fate domanda per essere arruolati nel nuovo esercito
          della  Repubblica.  Risparmiatevi  sofferenze,  risparmiate  sof-
          ferenze alle vostre famiglie che gia’ soffrono tanto. Vi e’ con-
          cesso un giorno di tempo per far domanda. Accettate! Se non

          accettate non avete idea di quello che vi capitera’!”.

          L'adunata si sciolse fra il mormorio e lo scetticismo generale.
          Radio Scarpone qualche giorno dopo ci informo’ che solo una
          dozzina  di  prigionieri  avevano  accettato.  La  decisione  della
          massa fu: “Meglio morire di fame in campi di concentramento
          che combattere ancora…”.

          Ci fu un'altra riunione generale. Questa volta voluta e diretta
          dal  nostro  eroico  Cappellano  Militare,  P.  Lega,  a  cui  tutti  I
          soldati ed Ufficiali volevano un bene dell'anima. Riporto una

          parte del discorso che ci tenne durante la Messa:"Egregi Uffi-
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