Page 12 - La Flora 2020
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Maggio. Mi ha sempre affascinato come questa semplice parola per i cittadini
di Legnano possa avere un significato tanto forte. L’ho vissuto da piccola, vedendo
mio fratello a Maggio scomparire da casa, vedendo la città colorarsi di bandiere e
rivestendomi di un foulard più grande di me. Per anni però questo mese non sono
stata in grado di capirlo davvero, sono sempre stata spaventata dall’impegno e dal
tempo che la vera vita di Contrada mi avrebbe portato via. Mi sbagliavo di grosso.
L’anno scorso infatti ho iniziato in punta di piedi a farmi largo dentro al Cascinone, ma
soprattutto nelle vite di chi questo luogo lo vive ogni giorno. Ho conosciuto persone
straordinarie, sia ragazzi della mia età con cui ho potuto condividere tanto, sia persone
più grandi che con tanto affetto e gentilezza mi hanno accolta in quel posto che loro
ormai da anni vivono come fosse una seconda casa. Neanche a dirlo quell’amore per i
nostri colori, con cui fin da piccola convivevo solo a Maggio, si è infiammato.
Ho finalmente potuto capire quella scintilla che vedevo negli occhi di mio fratello la
mattina del Palio. Ho potuto vivere le emozioni che tutti voi conoscerete sicuramente
meglio di me. Quest’anno aspettavo con tanta ansia Maggio, perché avrei potuto
mettere a frutto quello che per un anno voi tutti mi avete insegnato, avrei avuto l’oc-
casione di mettermi in gioco fino in fondo, ma purtroppo sappiamo tutti quello che è
successo. Credo però sia necessario trovare anche in questo allontanamento forzato
dalla nostra grande passione qualcosa di positivo. In questi mesi tutti noi abbiamo
sicuramente sofferto per l’impossibilità di andare in maniero il lunedì e il giovedì, chi a
suonare tamburini e chiarine in vista di Maggio, chi a cucire e ricamare in sartoria, chi a
bere un caffè al bar e chi a giocare a calcetto. Questa mancanza però mi ha fatto molto
riflettere e mi ha fatto aprire ancora di più gli occhi, mi ha fatto capire quanto possano
essere importanti quei momenti che all’apparenza sono così semplici. Proprio per
questo sono sicura che quando avremo finalmente l’opportunità di tornare ad animare
le mura del Cascinone, ogni tocco del tamburo e ogni squillo di chiarina lo sentiremo
più vivido, ogni caffè sarà più intenso, ogni Campari avrà un gusto nuovo, ogni sorriso
sarà più ampio e ogni canto intonato insieme risuonerà più forte. Spero che tutto
questo possa accadere presto, per poter ritornare a farmi strada tra le vite di chi la vita
ormai, chi più chi meno, me l’ha cambiata. Sia seme la virtù, vittoria il fiore. Sempre.
Alice