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     tandosi ciò non di meno di parole, d'opi
     nioni, anzi d'idee nuove, non posso guaren
     tire che sieno sempre adequati i vocaboli,
     che mi parvero avvicinarsi davvantaggio,
     nel nostro idioma, a quelli che non ho
     trovato interpretati nei vocabolari di una
     lingua, che, oltre pelle teoriche della scien
     za, fu arricchita da Kant nella già stra
     ricca suppellettile delle voci ordinarie. Chi
     oserebbe altronde guarentire altrettanto, es
     sendo quistione di dovere, con parole de
     stinate all'uso delle cose sensibili, esprimere
      concetti che ne trascendono la sfera, e dove
      non si può quindi a meno di trovarsi, col
      dire, bene spesso e molto al di sotto di
      ciò cui si pensa ?          -
       Fra le ordinarie poi sono alcune voci,
     usate in quest'opera in significazione più
     o meno differente, ora dalla comunemente
     ricevuta, ora da quella in che pare le ri
     cevesse altre volte lo stesso Kant. Tali, fra
     le altre, le parole scienza, dottrina, e
     disciplina od arte: oggetto, che per lo più
     ha valore di cosa presentata; rappresenta
     zione, onde significare l'atto con che si
     presenta quando l'oggetto, quando l'idea,
     e che talora equivale all'idea medesima;
     pensare che, nel senso kantiano, regge
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