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ARUNTE: tra fantasia e realtà


          Una piccola meraviglia del nostro territorio  Rinaldo  Bigi,  Pietro  Cascella,  Joshito  Fujibe,  framezzo  alcuni  massi  di  travertino  che  si
          (che noi bambini amiamo molto) è il Parco  Emanuele Giannetti, Yoshin Ogata, Jean Paul  trovano  a  poca  profondità  del  suolo...Queste
          dell’Acqua. Il nome non tragga in inganno:  Philippe,  Joe  Tilson,  Cordelia Von  Den  Stei- acque prodigiose vengono bevute avidamente
          non è dedicato a giochi d'acqua, ma al tra-  nen…. All’interno del Parco si trova la Fonte  da quanti desiderano campar cent'anni e cerca-
          vertino  che  si  forma  dai  depositi  calcarei  di Arunte, la prima sorgente termale di Rapo- no  un  pretesto  per  passare  un  quarto  d'ora
          lasciati  dalle  acque  termali.  Il  parco  com-  lano.  La  denominazione  della  fonte  deriva  allegramente.. e se vero è il proverbio toscano
          prende  una  distesa  d'erba  sempreverde,  quasi  certamente  dall’antroponimo  etrusco  che "il riso fa buon sangue",  vi lasciamo im-
          vecchi blocchi di travertino così come ven-  Arunth, presente nelle iscrizioni funebri rinve- maginare che sangue sopraffino dovrà essere
          gono  estratti  dalle  cave,    l'affaccio  ad  un  nute a Poggio Pinci. Fra i più antichi documen- quello di chi viene dall'acqua di Arunte. .”
                                           ti riferiti a questa fonte, viene citata una perga- Raccomandiamo però la scrupolosa osservan-
                                           mena  risalente  all’XI  secolo,  conservata  za  del  popolare  precetto  (Guida  ai  Bagni  di
                                           nell’archivio  della  Cattedrale  di  Arezzo,  che  Rapolano  di  M.Cellini  –  1878)  sul-
                                           attesta  l’utilizzo  di  essa  in  epoca  etrusco- le....precauzioni igieniche da osservarsi da chi
                                           romana.                            beve l'acqua d'Arunte: “se al mattino l'acqua
                                           "L'acqua  di  ARUNTE....  nasce  quest'acqua  prendi,  non  mangiar  se  non  la  rendi,  dopo
                                                                              pranzo non dormire se non vuoi presto mori-
                                                                              re". I nostri nonni raccontano che ai primi del
                                                                              900  in  questa  fonte  scorreva  la  cosiddetta
                                                                              “acqua passante”, così chiamata perché scor-
                                                                              rendo da punti opposti attraversava il diametro
                                                                              della  fonte.  Un  tempo  bambini  e  ragazzi  la
                                                                              raccoglievano  a  bicchieri  e  la  offrivano  ai
          vecchio fronte di cava, occupato da un lago                         “bagnanti” di passaggio in cambio di qualche
          che arriva fin sotto le abitazioni.  Nel Parco                      moneta. L’acqua, di cui si è persa ogni traccia,
          dell’Acqua  sono  ospitate  una  miriade  di                        era adatta a curare i disturbi di fegato e intesti-
          belle sculture di travertino realizzate da 15                       no  Fino  agli  anni  90,  all’interno  dell’attuale
          artisti  di  fama  nazionale  e  internazionale                     Parco, scorreva un rigagnolo d’acqua chiama-
          come  Marcello  Aitiani,  Mauro  Berrettini,                        to “Baregnolo”
                                                                              .
         LA LEGGENDA DEL LUCUMONE
                                                                IERI E OGGI A CONFRONTO
         Si racconta (o ci piace credere) che Arunte, figlio del Lucumone di
         Chiusi Porsenna, mentre si recava a visitare altre città etrusche sulla
         costa, percorrendo le valli dell’Astrone, dell’Orcia e dell’Ombrone,
         si trovò a risiedere presso Rapolano. Si narra che quest’ultimo fosse
         solito divertirsi a cacciare insieme ad un falcone ammaestrato, che
         gli aveva regalato l’aruspice (sacerdote che era solito osservare il
         volo degli uccelli per interpretare la volontà degli dei). Un giorno,
         l’amico pennuto si ammalò e fu abbandonato al suo triste destino.
         Dopo un po’ di tempo, il falco, miracolosamente guarito, con le
         piume più lucide e più belle di prima e con una gran voglia di cac-
         ciare, fece ritorno da Arunte, che rimase molto sorpreso dell’accadu-
         to. Un giorno, il figlio di Porsenna, decise di seguire il falco e scoprì
         che andava a bere e a bagnarsi nelle acque di una fonte che scorreva
         a valle del paese. Scoperto l’arcano, Arunte decise di andare lui
         stesso ad immergersi nell’acqua del ruscello per provare le eccezio-
         nali proprietà “ringiovanenti” di quell’acqua miracolosa. Rimase
         tanto soddisfatto che fece costruire una vera e propria fonte termale.
         In ricordo di ciò, il nome del figlio di Porsenna fu attribuito alla
         fonte circolare a gradini, che si trova davanti allo stabilimento ter-
         male Antica Querciolaia, considerata la primissima sorgente del
         nostro paese. La storia del falco, così come tutte le leggende popola-
         ri contiene in sé fantasia mista a verità. In questo caso la fantasia
         supera di gran lunga la verità.


















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