Page 48 - Sfoglia Il prato è in tavola
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COME SI RICONOSCE
È una pianta minuscola molto difficile da reperire in un prato se non si fa attenzione e non si ha un occhio ben allenato. Dato che è una pianta biennale, le prime volte vi consigliamo di fare riferimento sull’avvistamento dei fiori violacei del raponzolo adulto in giugno inoltra- to, per poi ritrovare le foglie tenere e le gustose radici a colpo sicuro la primavera successiva. La giovane rosetta basale ha un diametro di ap- pena una decina di centimetri nella mia espe- rienza, anche se in letteratura si dice possa ar- rivare a 20. Le sue foglioline hanno una forma a goccia con un margine leggermente ondulato, ricordano quelle della valeriana, dei ravanelli o delle margheritine, ma sono glabre e piccine, non sono arricciate ed hanno una consistenza tenerissima. Sono del colore dell’erba, ma sulla pagina inferiore, lattescente e traslucida, si leg- gono tutte le venature, dei veri e propri capillari verdi che irrorano la foglietta. La radice, la par- te più preziosa, è fusiforme, lunga fino ad 8cm e larga 5-7mm. Quando la sbucciamo è croc- cante, bianca e carnosa. Quando cresce il gam- bo centrale, ornato da qualche foglietta laterale sottile e appuntita, si rivela molto lungo rispet- to al resto della pianta (fino a 80 cm). Questo esile fusto emetterà elegantissimi fiorellini blu lilla o bianchi a forma di campanula, rivolti ver- so l’alto e disposti a pannocchia. Ogni fiore è un piccolo calice di circa 1,5cm che si divide in 5 petali appuntiti.
PERCHÉ CI PIACE
Le foglioline tenere del raponzolo rappresenta- no un’insalatina verde molto delicata, mentre la sua radicetta rimane la parte più apprezzata perché ha consistenza croccante, un sapore dol- ce e nocciolato, con lievi sfumature di ravanel- lo e di cocco. Non contiene amido ma inulina, perciò è molto indicata nell’alimentazione dei diabetici e per nutrire la flora intestinale. Inol- tre, la pianta è ricca di vitamine B e C, oligoele-
menti e antiossidanti, acidi organici, e tannini. Svolgerebbe funzione aperitiva, di stimolazione dell’appetito e del metabolismo e favorirebbe la montata lattea, oltre a rinfrescare il cavo orale (sembra sia utile contro le infiammazioni della gola). Ad uso esterno, specialmente sulla pelle del viso, la radice viene usata talvolta assie- me alla farina di luppolo per la preparazione di maschere detergenti, astringenti, emollienti e antisettiche in grado di combattere l’acne e le macchie della cute.
COME SI CUCINA
C’è poco da cucinare: come tutte le preliba-
tezze, si degusta tale e quale, in particolare la
radicetta sbucciata si può sgranocchiare all’o-
ra dell’aperitivo con una spruzzatina di sale,
in pinzimonio o meglio ancora su delle tartine
di pane di segale (vedi ricetta). Se invece volete
mangiare foglie e radici di raponzolo in insa-
lata, assicuratevi di miscelarle con piante dal
sapore mite come la valeriana, la valerianella
e la pimpinella. Il condimento ideale è una vi- 215 naigrette composta di una punta di senape, olio
di oliva, aceto di vino e del formaggio caprino fresco, del tipo che si fa in Francia. In realtà se disponete di un quantitativo sufficiente di ra- dicette, le potete sfruttare anche cotte in una ricetta che ne esalta la prelibatezza: soffriggete un’alice in una noce di burro, aggiungetevi 1⁄4 di spicchio di aglio schiacciato, una spruzzata di uvetta precedentemente ammollata, un pugno di pinoli, sale e pepe. Sbucciate e grattugiate le radici di raponzolo nella padella assieme agli altri ingredienti, saltatele brevemente e il sugo è pronto: va servito con gli spaghettoni, e una spolverata leggerissima di prezzemolo tritato molto finemente.
  

















































































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