Page 32 - Bilancio Ordinario 2013
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30 KINEXIA SPA Bilancio separato e consolidato 2013
• la rigidità della domanda provoca un’estrema volatilità dei prezzi sul mercato elettrico e dei servizi di dispac- ciamento che incrementa ulteriormente il livello di rischio per gli investitori;
• a fronte della crescita delle fonti rinnovabili, della rinuncia al nucleare e della realizzazione dei sistemi di accu- mulo da parte dei gestori della rete, il principale strumento idoneo a risolvere i problemi descritti è dunque un sistema centralizzato di remunerazione della disponibilità di capacità produttiva.
Per quanto concerne infine i numeri annuali relativi alla generazione elettrica nazionale nel 2013, la produzione netta, pari a 277,4 TWh, (Fonte rapporto annuale Terna) è risultata in calo del 3,6% rispetto al 2012. Anche la variazione del saldo di energia con l’estero risulta negativo: -2,2% (42,1 contro 43,1 TWh del 2012).
L’elemento che più sottolinea e evidenzia il calo della domanda elettrica annuale è il crollo della produzione da termoelettrico (principalmente rappresentato da grandi cicli combinati alimentati a gas) che quest’anno è stato del 12% sul 2012, circa 25 TWh in meno. Tutta la generazione italiana da rinnovabili, circa 106,8 TWh, risulta pari al 38,5% della produzione nazionale e al 33,7% della domanda nazionale. Quindi più di un chilowattora su tre richiesto in Italia oggi è prodotto da fonti pulite. Il fotovoltaico con i suoi 22,1 TWh prodotti copre il 7% della domanda e l’8% della produzione. Le rinnovabili elettriche nel complesso sono aumentate di circa 15,5% rispetto al 2012, in particolare la produzione da fonte solare ha fatto registrare una crescita del 19% raggiungendo oltre 22 TWh mentre l’eolico ha contribuito per quasi 15 TWh con una crescita annua di circa il 11,6%.
L’ambiente: la messa dimora di car  uff
A fronte di un parco auto circolante di oltre 36 milioni di veicoli solo in Italia, ogni anno sono 1,5 milioni le auto italiane che vengono demolite e la produzione di rifiuti che ne deriva ammonta a circa 600.000 tonnellate annue. Questa enorme quantità di materiale si divide in pezzi di ricambio - che hanno nuova vita in altre auto – e componenti recu- perabili, di cui ad oggi si riesce a riciclare circa il 70%. In aggiunta vi è il cosiddetto “car fluff”, ovvero il residuo non ulteriormente recuperabile del ciclo di bonifica, demolizione, rottamazione e frantumazione dei veicoli a fine vita.
Il “car fluff” è una miscela composta sostanzialmente da tessuti, imbottiture, gomme, plastiche e altro materiale inerte, che rappresenta circa il 25% in peso degli autoveicoli.
La produzione del car-fluff in Italia ammonta a circa 400.000 tonnellate annue (dato in crescita). Esso è costituito da:
• 20-30 % plastiche (PP, PVC, PP);
• 15-20 % elastomeri (gomme, cloroprene, ABS);
• 8-10 % resine (PU, PA, epossidi, composti stirolici);
• 7-10 % cellulosa (tessile, carta, legno);
• 1-5 % metalli (Cu, Fe, altri metalli);
• 25-30 % altro (vetro, vernici, materiali ceramici, ecc.).
Il Fluff può essere classificato come rifiuto pericoloso (codice CER 191003*) o come rifiuto non pericoloso (codice CER 191004), caratterizzato da un elevato potere calorifico (15.000÷20.000 kJ/kg). La destinazione finale del “car-fluff”, chiusura del ciclo del gestione degli Autoveicoli a fine vita, è rappresentata dagli impianti di smaltimento.
Faeco è una discarica controllata per rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, non tossico-nocivi, concepita con la precisa vocazione di soddisfare le richieste di un mercato specifico, ossia quello di smaltimento del residuo proveniente dalla frantumazione di rifiuti contenenti metalli, tradizionalmente chiamato Fluff.
Il contesto normativo di riferimento è composto da normative comunitarie e nazionali (Direttiva Europea 2008/98/ CE sui rifiuti, Decreto Legislativo 152/2006 con successivi correttivi, ultimo correttivo: Decreto Legislativo 205/2010). La normativa in vigore impone sempre più una gestione controllata ed ottimizzata di tutti i rifiuti, sia civili che industriali, indicando i seguenti livelli di priorità di intervento:
• prevenzione;
• riutilizzo;
• riciclaggio;
• recupero di energia;
• smaltimento.
Nell’ambito specifico della normativa italiana, lo smaltimento in discarica è disciplinato da:
• D. Lgs. 36/2003 recante Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti.
• DM 27 settembre 2010 recante “Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica, in sostituzione di
quelli contenuti nel decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio 3 agosto 2005”.
Di seguito in breve riepilogo delle peculiarità caratterizzanti i disposti normativi sopra citati. Il D. Lgs. n. 36/2003


































































































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