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l’Agenzia potrebbe avvalersi di Invitalia «al fine di garan- tire la tempestiva attuazione dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali di cui al comma 1 e l’integrale utilizzo delle relative risorse dell’Unione europea assegnate» (art. 3, decreto legislativo n. 88/2011). Entrambe le soluzione scelte denotano alcuni problemi tuttora aperti che riguardano le caratteristiche istituzionali dell’attuale «decisore per lo svi- luppo» italiano, attualmente impegnato nelle prime fasi di implementazione del ciclo di programmazione 2014-2020.
6. Conclusioni
In questo capitolo sono state descritte le principali caratteri- stiche del sistema di governance dei fondi strutturali in Italia e le soluzioni istituzionali adottate nel nostro Paese a partire dal ciclo di programmazione 1989-1993 per la gestione della politica regionale europea. Si è argomentato che le varie cri- ticità negli anni riscontrate da parte delle strutture centrali deputate al coordinamento generale della policy devono es- sere considerate come una delle principali cause della scarsa performance mostrata dall’Italia nella gestione dei finanzia- menti comunitari, con inevitabili conseguenze in termini di sviluppo e di crescita economica.
Partendo dagli scritti di uno dei piú importanti studiosi dello sviluppo del Novecento – Albert O. Hirschman – è stato argomentato che la presenza di un «decisore per lo sviluppo» in materia di fondi strutturali instabile e alterno, a volte privato delle proprie risorse istituzionali e delle ade- guate risorse finanziarie per pianificare gli interventi nel Sud Italia, ha fatto venir meno quel ruolo di guida, indirizzo e coordinamento che il centro avrebbe dovuto avere, specie per via dell’architettura istituzionale che si è scelto di adot- tare in Italia a partire dalla fine degli anni Novanta. L’analisi ha inoltre mostrato che in diverse occasioni la fortuna è stata avversa allo stesso «decisore per lo sviluppo» e che essa sia stata causata non solo da particolari congiunture economi-