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Direzione Generale Studi e Statistiche che fino a quel mo- mento si era occupata della stesura della relazione annuale sull’implementazione della politica regionale per il Mezzo- giorno. La sua abolizione non ha solo arrecato un significa- tivo ritardo nella produzione del report annuale del 2010 e del 2011 (Polverari, 2013, p. 581), ma ha anche determinato il venir meno di un solido punto di riferimento per le am- ministrazioni regionali che fino a quel momento avevano utilizzato la sua copiosa produzione di report e ricerche come una addizionale modalità di trasferimento delle conoscenze e delle best practices. In secondo luogo, la fortuna è stata nuo- vamente avversa al «decisore per lo sviluppo» a partire dal 2008. Infatti, a seguito dell’insediamento nel nuovo Governo Berlusconi IV, il cui indirizzo di politica economica è stato differente rispetto a quello del precedente governo, il DPS ha perso ancora una volta molte delle sue funzioni strategiche anche per via del fatto che in quegli anni le sue attività hanno iniziato a essere poste «sotto due diversi maestri» (Intervista con testimone privilegiato, Roma, maggio 2016). Infatti, se da un lato esso ha continuato ad avere nel MISE il proprio referente politico, dall’altro, a partire dal 2010 molte delle sue competenze sono state poste sotto la responsabilità del Ministero per gli Affari Regionali.
Quanto alle seconde, invece, tra il 2008 e il 2011 si è assi- stito a un progressivo smembramento della politica regionale unitaria precedentemente elaborata, con inevitabili ripercus- sioni anche nella gestione dei finanziamenti europei, sulla base di quanto precedentemente previsto dal QSN 2007-2013. Diversi elementi possono aiutarci a comprendere il perché di ció (Leonardi, 2014, 2015; Polverari, 2013; Trigilia, 2012; Viesti, 2011). Anzitutto, il nuovo governo ha eliminato il vincolo di destinare alle regioni del Mezzogiorno il 45% della spesa in conto capitale. In secondo luogo, a partire dal 2008 si è as- sistito a una drastica riduzione del FAS che si è concretizzata nella soppressione dei programmi attuativi nazionali FAS e nell’aver destinato tali finanziamenti per spesa corrente o con obiettivi di intervento al di fuori del Mezzogiorno, oppure
































































































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