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amministrativa italiana, sia a livello nazionale che regionale (Profeti, Giannelli, 2006).
Se nel corso dei sei anni successivi la parabola raggiunse il suo apice, la fortuna è stata nuovamente avversa al «decisore per lo sviluppo» italiano a partire dal 2006. Infatti, la vittoria del centro-sinistra nelle elezioni di quell’anno e il successivo insediamento del nuovo Governo Prodi II hanno comportato una serie di scelte politiche che, anche se non direttamen- te volte a indebolire gli interventi nel Mezzogiorno, hanno nuovamente depotenziato il ruolo istituzionale del DPS, con importanti conseguenze nella sua azione strategica e di guida allo sviluppo.
In un momento storico di grande cambiamento politico, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) è entrato nell’occhio del mirino per le grandi competenze di cui esso godeva. Anche al fine di differenziarsi dalle decisioni politiche prese dalle precedenti legislature, un suo drastico ridimensio- namento avrebbe permesso di ristabilire gli equilibri presenti tra i vari dicasteri. La scelta è stata quella di spostare il DPS dal MEF al Ministero dello sviluppo economico (MISE). Questa decisione ha avuto un triplice effetto perverso nelle attività di guida e indirizzo che il Dipartimento avrebbe dovuto avere. Anzitutto, il suo spostamento in un dicastero che non aveva competenze in materia di politica economica generale ha de- cretato un sostanziale ridimensionamento del suo ruolo in materia di programmazione, limitandolo ad avere un indi- rizzo piú settoriale e privandolo dell’autonomia decisionale che fino a quel momento aveva avuto. In secondo luogo, tale spostamento fu accompagnato dalla separazione della segrete- ria del CIPE dal DPS alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ciò ha determinato che gli atti di programmazione venissero posti a un vaglio esterno di diverso tipo, facendo venir meno quell’efficacia e quell’immediatezza che fino a quel momento avevano caratterizzato l’istruzione del ciclo di programma- zione. Come conseguenza di ció, in quegli anni fu realizzato un drastico taglio delle risorse umane interne al DPS che sono passate dall’essere pari alle 511 unità nel 2005, alle 393 nel 2006,