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Riflessioni sulla governance 325
permettendo alle regioni del Sud Italia di poterli utilizzare per scopi differenti rispetto alla politica regionale in senso stretto, come ad esempio per il risanamento dei debiti in ambito sanitario.
Per concludere, come già anticipato all’inizio di questo paragrafo, occorre sottolineare che alle tre criticità fino a ora discusse se ne deve aggiungere una quarta, tuttora in corso e coincidente con la creazione della nuova Agenzia, che ha minato, per almeno tre diverse ragioni, il corretto anda- mento della macchina amministrativa negli ultimi anni di implementazione del ciclo di programmazione 2007-2013. Anzitutto, la sua istituzione, nel 2013, è stata anticipata da un acceso dibattito tra Stato e Regioni che ha momentanea- mente spostato l’attenzione delle varie amministrazioni piú su questioni diplomatiche che gestionali in senso stretto. In particolare, oggetto di discussione è stato sia il mante- nimento delle AdG all’interno delle maglie amministrative regionali che la possibilità che l’Agenzia potesse utilizzare poteri sostitutivi in caso di ritardi nell’implementazione dei fondi da parte delle singole amministrazioni competenti. In secondo luogo, da un’analisi sul campo è emerso che nei mesi successivi la creazione dell’Agenzia il focus operati- vo si sia spostato su questioni inerenti la riorganizzazione amministrativa interna delle strutture nazionali piuttosto che sugli aspetti di gestione e coordinamento dell’intera macchina amministrativa italiana. Infine, hanno fortemente pesato e continuano a pesare gli incerti rapporti tra l’Agen- zia e la Presidenza del Consiglio dei Ministri, da un lato, e tra l’Agenzia e l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa (Invitalia), dall’altro. Infatti, nel primo caso, considerando che le «funzioni rela- tive alla politica di coesione sono ripartite tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e l’Agenzia», la prima «è destinata ad esercitare un ruolo centrale [...] sul piano delle attivi- tà di coordinamento, di indirizzo e di programmazione in ordine alla concreta attuazione nel campo delle politiche di sviluppo» (Sbrescia, 2014, p. 568). Nel secondo, invece,