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sorse e prestigio e, molto spesso, rendite parassitarie di tipo clientelare (rent-seeking) (Tullock, 1967, 1993; Krueger, 1974; Olson, 1982).
Come osservano anche Gelauff, Grilo, e Lejour (2008), è difficile variare i mandati di policy perché esiste la “dipenden- za dal percorso” (path-dependency), rinforzata dalla presenza di strutture (burocratiche e non) che vivono una vita propria. Precisa infatti Alesina et al. (2002, p. 40) «le policy agenda sono il risultato di processi di contrattazione, tipicamente delegati ai rappresentanti eletti o alle burocrazie. Burocrazie in competizione potrebbero non desiderare di abbandonare facilmente responsabilità dalle quali derivano prestigio ed influenza». In questo senso la path dependency implica che la direzione e lo scopo del cambiamento istituzionale non può essere facile o senza costi spostandosi dalla sua precedente direzione (North 1990).
7. Una nota finale
Riassumendo, le politiche di coesione territoriale in Italia sembrano presentare, specialmente in alcune regioni meri- dionali, tutti i pregi e i difetti dell’implementazione localmen- te variabile o “bloccata” delle politiche pubbliche in Italia, solo in parte ascrivibile alle complesità intrecciate delle normative comunitarie e nazionali. Uno dei rimedi possibili è studiare le dinamiche socio-giuridiche delle burocrazie (individuali e di gruppo) per rafforzare il processo di costruzione della capacità amministrativa per le politiche di coesione terri- toriale, tenendo anche conto della specificità, della storia e delle contraddizioni del complesso rapporto tra burocrazie e ceti politici regionali, con riferimento al dualismo Nord-Sud (La Spina, 2003; La Spina e Riolo, 2012; Antonelli e La Spina, 2010). Queste contraddizioni possono essere ricondotte alla diffusione all’intreccio tra ceti politici parassitari e differenti ethos burocratici che ora rallentano ora agevolano anche il cammino delle politiche di coesione territoriale in Italia.