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Il divario socio-istituzionale fra nord e sud 13
assai turbolenti (due guerre mondiali, la crisi del 1929), la classe dirigente imprenditoriale del Nord Italia si dimostrò capace di un processo di modernizzazione. Nell’industria automobilisti- ca, il primo impianto per la produzione di massa fu inaugurato in questo periodo (il Lingotto, della Fiat, nel 1923); dopo il secondo conflitto mondiale – che comunque presumibilmente causò più danni, in termini relativi, agli impianti del Sud che non a quelli del Nord (De Benedetti, 1990b, pp. 604-605) – venne la Ricostruzione, che nel Settentrione fu più rapida e si tradusse in un significativo balzo in avanti verso la produzione di massa, non ultimo in virtù dell’utilizzo che gli imprenditori seppero fare degli aiuti del piano Marshall (Fauri, 2010).
Nello stesso periodo, il Sud rimaneva bloccato nel sotto- sviluppo: dagli anni Venti l’emigrazione risultò fortemente limitata (anche per decisione dei Paesi di ingresso), mentre le politiche autarchiche fasciste (come la «Battaglia del grano», avviata nel 1925) rafforzarono ulteriormente la meno produt- tiva agricoltura cerealicola del Sud; contemporaneamente, le bonifiche fasciste non si spingevano tanto in profondità sì da intaccare il regime latifondista, che a dire il vero per certi versi ne venne persino rinsaldato (Bevilacqua, 1980). Al 1951, il Sud aveva ancora all’incirca la stessa percentuale di occupazione agricola di quaranta anni prima (60%) e, sem- pre nel settore primario, la sua produttività per addetto era letteralmente crollata rispetto al Centro-Nord; tutto questo mentre il Nord-Ovest aveva continuato a industrializzarsi e l’industria moderna aveva cominciato a diffondersi anche nelle vicine regioni del NEC (Felice, 2011, pp. 937-940). Si aggiunga a ciò che le politiche demografiche espansioniste peggiorarono ulteriormente le condizioni di vita dei meno abbienti, specialmente al Sud (e.g. Felice, 2015a, pp. 195-196).
Dopo la seconda guerra mondiale, altre due fasi chiara- mente distinte si possono segnalare. La prima, che grosso modo coincide con il miracolo economico (1951-1971), vede una convergenza generale fra le regioni italiane: sia il NEC sia, soprattutto, il Mezzogiorno si avvicinano al Nord-Ovest. Tuttavia nel corso degli anni Settanta la convergenza del Sud































































































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