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Il divario socio-istituzionale fra nord e sud 15
La ragione per cui la convergenza del Sud non sembra corrispondere a quanto ci si aspetterebbe dai modelli è sem- plice: non era dovuta a forze di mercato, ma all’intervento dello stato – e uno piuttosto consistente, invero senza para- goni in termini di fondi (come percentuale del PIL) in altri Paesi dell’Europa occidentale (Felice, 2002). La Cassa per il Mezzogiorno (Cassa d’ora in poi), un ente statale creato nel 1950, finanziò opere infrastrutturali – principalmente strade, acquedotti e miglioramenti fondiari – e dal 1957 in avanti, in misura crescente, anche imprese industriali, attraverso pre- stiti a tasso agevolato e contributi a fondo perduto (La Spina, 2003). Una quota significativa degli aiuti della Cassa si dires- sero verso le imprese pubbliche, che in base a una legge del 1957 (n. 634) dovevano localizzare al Sud il 60% dei loro nuovi investimenti e detenere lì il 40% del capitale totale: per la gran parte, operavano in settori intensivi in capitale, dall’acciaio (Finsider) alla meccanica avanzata (Finmeccanica) (Felice, 2010b). I loro investimenti, e quelli delle imprese private del Nord o internazionali che a volte seguirono (di solito in set- tori a medio-alta intensità di capitale come la meccanica, le automobili o l’elettronica), furono nel loro insieme massicci, creando un’occupazione industriale di circa 725.000 unità, ovvero quasi la metà dell’occupazione industriale totalizzata dalle regioni meridionali all’inizio degli anni Settanta (Felice e Lepore, 2016). Il risultato fu una significativa – e unica nella storia economica italiana – convergenza del Sud, tanto nella quota di occupazione industriale, quanto nella produttività del settore (Felice, 2011). Altri fattori – come i massicci flussi migratori dal Sud al Nord – sicuramente ebbero un ruolo. Ma minore, probabilmente. Il punto è che il Sud effettivamente si industrializzò, in questo periodo, e lo fece in settori inten- sivi in capitale – in maniera costosa, se vogliamo, essendo quest’area piuttosto ricca di lavoro (Lutz, 1962; Fenoaltea, 2007) – perché finanziati dallo Stato centrale.
Tale processo terminò negli anni Settanta. Da un lato, la crisi petrolifera colpì più pesantemente gli impianti energy- intensive che operavano nel Meridione, perché quelli erano