Page 54 - Il Gruppo di Combattimento "Cremona" nella Guerra di Liberazione
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 nalmente vivere in armonia con gli altri popoli che, al pari del no- stro, non vogl_iono la guerra n.
Poi la mente si smarrisce, il freddo si fa sentire, le coperte ven- gono rimboccate ed il sonno finalmente giunge ed al sonno seguoIM i sogni belli, ma irreali.
Non è passata nemmeno un'ora che già qualcuno parla, un al- tro grida, un altro autorevolmente ordina: sveglia, si parte!
Si torna sugli autocarri, _i motori ricominciano a brontolare e la marcia riprende. Chilometri su chilometri, freddo e vento. Ogni tanto, là dove la strada corre più vicina al mare, qUalche spruzzo arriva fino agli autocarri. V'è chi parla, chi ride, chi fa dello spi- • rito; ma v'è anche chi pensa e tace!
A Rimini, già tanto graziosa e fiorente ed ora quasi distrutta dalle bombe, un toscano racconta la storia di Paolo e di Francesca. Poi, con tono declamatorio, ripete- i versi famosi del divino poeta che tutti imparammo a memoria un giorno e per i quali tutti ci commovemmo nella nostra prima giovinezza_
Amor, che al cor gentil ratto s'apprende, Prese costui della bella persona
che mi fu tolt_a; e il modo ancor m'offende. •
Amor che a nullo amato amor perdona Mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m"abbandona ...
II fosco dramma del castello di Gradara, rievocato dalle sem- plici parole di un compagno, è servito a distrarre gli uomini ed a far svanire qualche penoso pensiero.
E si prosegue.
Cesenatico, Cervia, Ravenna! «Eccola la città dove si deve andare noi - dice il solito toscano -· è qui che gli è sepolto il nostro più gran poeta, quello che descrive !a storia che v'ho rac- contata a Rimini.























































































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